Ormai siamo agli sgoccioli. Tra qualche giorno si vota.
Ho seguito questa campagna elettorale solo di sfuggita. Mi pareva, e mi pare, mortalmente noiosa, e anche piuttosto sguaiata.
Il TG1 Economia di oggi ha detto che l'Italia è stata pesantemente declassata dall'Ocse su un sacco di cose. Insospettabili paesi, tra cui molti che definiamo arrogantemente del "terzo mondo", ci hanno surclassato.
E non mi meraviglierei se ci ridessero anche un po' dietro.
Chiedendomi cosa succederà ho cercato di capire cosa propongono coloro che si candidano a salvarci da questa rovina.
Partiamo dagli "slogan".
Veltroni dice "Non pensate a quale partito. Pensate a quale paese". Appunto: quale paese?
Berlusconi, di rimando, "La sinistra ha messo l'Italia in ginocchio. Rialzati Italia!". Dalla serie "i comunisti continuano a mangiare i bambini e tra poco si vengono a mangiare pure te!".
Di proposte nemmeno l'ombra.
Casini rincara con il suo "Forti della nostra identità": autoreferenzialità allo stato puro.
Surreale il proclama di Bossi "Più lontani da Roma, più vicini a te.". Non male per uno che si accinge, forse, a far parte del futuro governo, che, a quanto mi risulta, proprio a Roma si trova.
Il dato evidente, e che accomuna tutti, è l'impellente necessità di accreditamento, che spinge ciascun partito a comunicare se stesso piuttosto che le sue azioni.
Se penso che uno degli antichi assiomi dice che la comunicazione è comportamento, viene da domandarsi se i programmi contino ancora qualcosa.
E mentre discutiamo di tutto ciò, il Portorico, il Messico e altri paesi ci battono praticamente su tutto!
giovedì 10 aprile 2008
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