Pagine

martedì 23 dicembre 2008

Auguri


Auguri di cuore!
Perché il vostro 2009 sia pieno di:


Abbondanza

Benessere Contentezza

Disponibilità Entusiasmo Felicità

Gioia Humor Ironia Limpidezza Magnificenza

Novità Occasioni Perfezione Quesiti Risposte Serenità

Trovate Umorismo Valore Zucchero

AUGURI!!!

giovedì 18 dicembre 2008

Imparare a imparare


View SlideShare presentation or Upload your own. (tags: learning learn)
Gli esami non finiscono mai, diceva Eduardo. C'è sempre qualcosa di nuovo in giro, qualcosa da conoscere e da imparare. Chi pensa di aver capito tutto è morto e non lo sa, dico io.
La migliore risorsa a cui possiamo attingere è la curiosità, la voglia di apprendere cose nuove, il non sentirsi mai arrivati.
E' una fatica, certo. Ma ne vale la pena.

martedì 16 dicembre 2008

Conoscere e usare i social media


View SlideShare presentation or Upload your own. (tags: relations public)
Molto bella e completa questa presentazione sui social media: criticità, abilità, chiavi per il successo. Un'ottima base di metodo per chi vuole capire il fenomeno e come utilizzarlo al meglio.

sabato 6 dicembre 2008

L'analfabetismo non ha limiti!

Mi sono appena iscritta, su Facebook, a un gruppo che si chiama "Almeno l'itagliano sallo".
Dall''home page del gruppo un po' di sfondoni esilaranti.

- Quando muoio mi faccio cromare. (Eccellente!)
- Di fronte a queste cose rimango putrefatto! (Che schifo!)
- Arriva il treno, hai blaterato il biglietto? (...)
- Come faccio a fare tutte queste cose simultaneamente? Dovrei avere il dono dell'obliquità! (la torre di Pisa?)
- Basta! Vi state coagulando contro di me! (trasfusione?)
- E' nel mio carattere: quando qualcosa non va, io sodomizzo! (Stategli lontano!)
- Anche l'occhio va dalla sua parte... (Si chiama strabismo...)
- Non so a che santo riavvolgermi. (Una video cassetta devota...)
- Avete i nuovi telefonini GPL? (No mi spiace solo benzina!)
- Il cadavere presentava evidenti segni di decesso. (Ma va?! Strano)
- Prima di operarmi mi fanno un' autopsia generale. (Auguri!)
- Abbiamo mangiato la trota salmonellata. (Ancora auguri!)
- Vorrei un'aspirina in supposte effervescenti. (Quando si dice faccia da culo....)
- Vorrei una maglia con il collo a volpino. (Non era lupetto?...)
- Vorrei una pomata per l 'Irpef. (Herpes è difficile...)
- Tu non sei proprio uno sterco di santo. (Menomale.)
- E' andato a lavorare negli evirati arabi. (Contento lui...)
- A forza di andare di corpo mi sono quasi disintegrata. (O disidratata? Alla faccia della diarrea!)
- Mia nonna ha il morbo di Pakistan. (...)
- La mia auto ha la marmitta paralitica. (...e al posto dei cavalli ha le sedie a rotelle?)
- Verrà in ufficio una stragista per il tirocinio. (Si salvi chi può!)
- Sono momentaneamente in stand-bike. (L'attesa in bicicletta...)
- Da vicino vedo bene, è da lontano che sono lesbica. (Aiuto...)
- Mi sono fatta il Leasing al viso. (...pensavo un mutuo...)
- E' inutile piangere sul latte macchiato. (Meglio farlo su un bel cappuccino....)

lunedì 24 novembre 2008

Le parole del web 2.0

Di Web 2.0 ormai parla chiunque e comunque. Non sempre a proposito.
Cercando di capirne qualcosa, ho recuperato in giro per la rete (Wikipedia, Google, dizionari) un po' di definizioni.

Web 2.0
L'espressione è stata coniata da Tim O'Reilly per indicare le tecniche e applicazioni interattive in Internet. Il Web 2.0, quindi, è l'evoluzione interattiva del web 1.0, in cui gli utenti possono solo fruire passivamente dei contenuti.

Blog
Sintesi di Weblog. E' un diario digitale pubblicato su Internet. Di solito è a tema. Gli autori scrivono i contenuti (anche posting, in breve “post”) a cui i lettori possono aggiungere dei commenti. Hanno un URL (indirizzo Web) univoco e statico che consente agli utenti di collegarsi direttamente a singoli post.

Community virtuali (cfr. social network)
Gruppi di persone con interessi simili, che comunicano attraverso il web avvalendosi di tecnologie informatiche. Le applicazioni Web-2.0 impiegate in questo senso si distinguono per il fatto che i contenuti vengono generati dagli utenti stessi.

Enterprise 2.0
Una “società 2.0“ immette nell’ambito della sua architettura informatica applicazioni Web-2.0 come blog, wiki o community e le integra nel suo modello di business.

Feed
Servizio che rende disponibili dei contenuti (ad esempio gli aggiornamenti) da inviare in abbonamento. I feed vengono impiegati soprattutto su piattaforme in cui appaiono regolarmente nuovi contenuti. Iscrivendosi ai feed gli abbonati vengono informati automaticamente di ogni aggiornamento sui siti di interesse, senza doverli monitorare regolarmente.

Lavoro collaborativo
Definizione di progetti di diversi autori indipendenti che singolarmente forniscono il proprio contributo, nell’ambito dei quali vengono creati ad esempio software (movimento open source), dizionari (Leo.org) o enciclopedie (Wikipedia.org).

Mashup
Mashup (dall’inglese ”to mash”, mescolare) indica la creazione di nuovi contenuti tramite la (ri)combinazione di testi già esistenti. Testi, dati, immagini, suoni o video possono essere combinati allo stessa stregua di un collage.

Podcasting
Indica la produzione e l’offerta di dati media (podcast audio o video) in Internet. La parola è composta dai due lemmi iPod e broadcasting. Un singolo podcast è quindi una serie di contributi media (episodi) che possono essere ricevuti automaticamente tramite un feed (per lo più RSS).

Post
Contributo su un blog (“aggiungere un post“).

RSS
Il Real Simple Syndication è uno standard basato sull’XML grazie a cui si possono integrare in modo semplice nel proprio sito Web messaggi o altri contenuti Web. Il RSS costituisce il fondamento tecnico per la fiorente cultura dei blog e delle community.

Social network (cfr. community virtuali)
Reti basate sul Web, in cui gli utenti possono creare e rende visibile un profilo personale, spesso corredato da foto, musica o video. I contatti degli utenti compaiono sui rispettivi profili, il che agevola il collegamento con contatti di secondo grado.

Tag
Sono le parole chiave che l'autore di contenuti usa per definirli e servono ad agevolare la ricerca da parte di altri utenti. Sono il più importante aiuto per la navigazione sul Web 2.0.

Trackback
Per trackback si intende il collegamento di contenuti in altri blog.

User-generated content (UGC)
L’user-generated content indica dei contenuti (Contents) come immagini, testi, dati audio o filmati che uno o più utenti (user) generano, si scambiano o mettono a disposizione sulle pagine Web. A differenza del rapporto tradizionale tra azienda e cliente, l’user-generated content si basa sul rapporto cliente-cliente.

Vlog
Abbreviazione per video log. Blog in cui i post non sono costituiti da contributi di testo ma, almeno per la maggior parte, da video (ad es. Youtube).

Web cast
I webcast hanno uno scopo simile a quello delle trasmissioni televisive, ma vengono diffuse via internet. I webcast possono essere trasmessi in diretta oppure essere disponibili su richiesta.

Widget
I widget sono piccoli bottoni di supporto collegati ad aplicazioni o ad altre pagine web e ne facilitano l'accesso. Possono riguardare qualsiasi argomento: traduttore rapido, notizie meteo, contatori e così via.

Wiki
Un documento collettivo in cui le informazioni vengono inserite da più utenti e collegate tra loro. La creazione di questo tipo di contenuti viene spesso denominata crowdsourcing. Il wiki più conosciuto è Wikipedia, l’enciclopedia online presente dal 2001.

Tutto chiaro?

mercoledì 12 novembre 2008

La campagna di Obama

View SlideShare presentation or Upload your own. (tags: michelle obama)
Breve ma efficace presentazione curata dallo stratega della campagna di Obama che spiega le mosse chiave che hanno portato alla vittoria.

mercoledì 5 novembre 2008

Perché Obama è diventato Presidente

All’indomani della netta vittoria di Barak Obama nella corsa alla Casa Bianca da più parti si sottolinea il ruolo decisivo di Internet nella campagna del primo presidente nero degli Stati Uniti d’America.
Ho cercato di capire perché facendo quello che suppongo abbiano fatto milioni di americani in questi ultimi mesi: sono andata sui siti dei due candidati e ho verificato come può una buona comunicazione su Internet valere la presidenza degli Stati Uniti.

In sintesi mi è apparso evidente che l’approccio relazionale ha vinto su quello autoreferenziale, che “noi” e “io e voi” non sono la stessa cosa, che la partecipazione è più efficace della delega, che coinvolgere paga più di convincere.

Home page
Obama: “Vi chiedo di credere. Non solo nella mia abilità di portare un vero cambiamento a Washington. Vi chiedo di credere in voi.”
Foto: Obama e Biden che guardano lontano verso l’alto, postura a tre quarti.
Discorso diretto, proiezione in avanti, sguardo verso l'alto e lontano = invito a seguire.

McCain: “Priorità per il paese RIFORME – PROSPERITA’ – PACE”
Foto: McCain a Palin che guardano davanti a sé, postura frontale.
Discorso indiretto, posizione frontale, sguardo ipnotico = invito a sottoscrivere.

Biografie
Incontra Barak Obama: testo riassuntivo poi la vita per periodi. Un solo video, intitolato “Incontra Barak”
Le prime righe “Barak Obama è stato cresciuto da sua madre, single, e da sua nonna. Non avevano molti soldi ma gli hanno trasmesso i valori della terra del Kansas in cui erano cresciute. Ha fatto debiti per andare a scuola. Dopo il college ha lavorato per le Chiese cristiane aiutando le comunità devastate dalla chiusura delle acciaierie.
Pochissimi aggettivi, fatti che indicano un percorso di vita complicato = vicinanza, condivisione.

Su John McCain: testo diviso in paragrafi senza titoli, molte foto.
Titolo: ha sempre messo il paese al primo posto.
Le prime righe: “Pronto dal primo giorno. John McCain ha un notevole esperienza di leadership che incarna l’impegno di tutta la sua vita nel servizio. Eletto per la prima volta alla Camera dei Rappresentanti per l’Arizona nel 1982, John ha guidato la battaglia per riformare Washington eliminando gli sprechi nelle spese governative e rafforzando le forze armate del paese.
Molti aggettivi, nessun cenno alla vita personale, vita pubblica di lungo corso = distanza, conclusioni e giudizi piuttosto che fatti.

I temi della campagna
Obama: rigorosamente in ordine alfabetico, una parola per tema.
I primi tre: diritti civili, difesa, disabilità.

McCain: in ordine sparso, forse prioritario, più parole per ogni tema.
I primi tre: Energia, Piano economico, Iraq.

Raccolta fondi
Obama: Donate. Titolo della pagina: grazie = aderite alla causa.

McCain: Contribuite. Titolo della pagina: date un contributo = sostenetemi.

I blog
Obama: solo testi, messaggio di ringraziamento. Frasi corte e “grazie” all’inizio di ogni periodo = la mia vittoria è la vittoria di tutti.

McCain: video con un suo messaggio più titoli stile news sull’agenda della campagna = maggiori passaggi per arrivare al messaggio, tono di “notifica”.


La ciliegina sulla torta: Obama ringrazia via sms i suoi sostenitori
"Abbiamo appena fatto la storia. Questo e' potuto accadere perche' voi avete profuso il vostro tempo, il vostro talento e la vostra passione in questa campagna. Tutto questo e' accaduto per voi. Grazie, Barack".

Congratulations, Mr President!

sabato 1 novembre 2008

Il significato della parola "democrazia"

Mancano una manciata di ore alle elezioni in America. Sui media non si parla d'altro. E allora viene voglia di cogliere l'occasione per riflettere.
Loro si definiscono un modello di democrazia.
Secondo i dizionari "democrazia" significa forma di governo in cui il potere è retto dal popolo o anche
forma di governo nel quale la sovranità spetta al popolo che la esercita mediante i suoi rappresentanti liberamente eletti.

Mi è venuta voglia di capire come funziona questa "democrazia modello". E ho trovato uno speciale di Michael Scherer sul Times che ho tradotto e sintetizzato. Anche così, basta e avanza!!!!

Possiamo andare sulla luna, mettere bombe atomiche sui sottomarini, spremere profitti dal 99% degli hamburger e guardare la partita sul telefonino. Ma la democrazia più di successo nella storia umana è ancora incapace di capire come condurre un’elezione corretta.
Allo stato attuale il sistema di voto americano è di un disordine preoccupante, un labirinto di leggi locali, statali e federali che ha sconcertato i volontari, assillato i pubblici ufficiali, creato distorsioni partigiane, prodotto moduli illegibili, macchinari malfunzionanti e confusione nei seggi elettorali.
Repubblicani e Democratici prevedono un’affluenza record, forse 130 milioni di persone, inclusi quelli che non hanno mai votato prima.
La grande maggioranza assegna il suo voto senza problemi. Ma alcuni votanti si troveranno alla mercé delle liste di registrazione non aggiornate o maneggiate impropriamente. Altri dovranno sopportate lunghe file, troppo lenta la macchina elettorale e troppi gli osservatori che mettono in dubbio la loro identità.

Il patchwork delle regole elettorali è contro ogni logica. Un criminale condannato può votare nel Maine, ma non in Virginia. In tutte le sezioni dell’Indiana è richiesto un documento di identità governativo con fotografia e a New York no. Le liste dei votanti sono più corte nelle aree suburbane, e le regole che governano i conteggi delle votazioni a volte variano da stato a stato. Gli americani assegneranno il loro voto il 4 novembre ma ci sono molti problemi che minacciano di portare queste elezioni un’altra volta in tribunale.

1. Il Dilemma del Database
"Joe l’idraulico" non è registrato per votare. O almeno non è registrato sotto il suo nome. L’uomo, Samuel Joseph Wurzelbacher, appendice nei discorsi di John McCain, è iscritto nella Contea di Lucas in Ohio "Worzelbacher," Un problema di calligrafia. “Non riesci a leggere la sua firma per stabilire se questa è una o o una u” spiega Linda Howe, la direttrice delle elezioni locali.

Simili errori compromettono le liste elettorali, ma non sono stati considerati importanti prima dell’avvento delle liste computerizzate. Dopo la debacle elettorale del 2000, il Congresso ha chiesto ad ogni stato di creare un database per singolo votante, che dovrebbe contenere dati verificati da altre fonti, come ad esempio la patente, per indagare sulle false registrazioni, persone decedute ed elettori “inattivi”. Al Congresso è sembrata una grande idea introdurre la tecnologia per risolvere i problemi, ma nelle mani di qualche funzionario di stato incapace o di parte il database è diventato un incubo che gli esperti temono possa privare del diritto di voto migliaia di persone.

Nel Wisconsin, ad agosto è stato fatto un controllo del database di registrazione dei nuovi votanti ed è risultato il 22% di errori.

In Florida, circa 9.000 nuovi elettori sono stati registrati con lo status di stato di “Nessuna verifica, nessun voto”. (I loro voti non verranno contanti se non dimostrano la loro identità a un dipendente pubblico).

In Ohio, i Repubblicani sono andati ripetutamente in tribunale per fare una lista pubblica di più di 200.000 iscrizioni non verificate. Presumibilmente a questi elettori può essere impedito di votare, anche se molti di loro, come Joe, ne hanno diritto.

Un ufficiale di contea in Georgia quest’anno ha rimosso 700 persone dalle liste degli elettori, anche se molti di loro non hanno mai ricevuto neanche una multa.

In Mississippi lo scorso Marzo un ufficiale elettorale ha eliminato erroneamente 10.000 elettori dalle liste – incluso un candidato Repubblicano al Congresso – usando il suo computer personale. (I nomi sono stati reinseriti prima delle primarie).

Milioni di persone sono state cancellate dalle liste elettorali in Stati chiave ma la legittimità di queste azioni non è chiara.

Il volume reale degli elettori per ogni Stato non coincide con il database della Social Security Administration federale. Sei Stati che hanno usato il database federale sono stati recentemente messi in guardia dal commissario della Social Security Michael Astrue sul rischio di bloccare in modo improprio gli elettori legittimi. “E’ essenziale che alla gente autorizzata a votare sia consentito di farlo” ha detto ad ottobre.


2. Le registrazioni" Topolino” e la messa in dubbio dei seggi elettorali.
McCain accusa il gruppo Acorn di “voler perpetrare una delle più grandi frodi nella storia del voto”. Membri del Congresso hanno chiesto indagini. L’FBI sta facendo domande.
Il problema della frode nelle registrazioni è vecchio, ma entrambi i partiti e qualunque altro gruppo ha pagato la gente per registrare nuovi elettori.

Nel caso di Acorn, una comunità che rappresenta i ceti bassi e le minoranze, questo ha portato ad una registrazione massiva, quest’anno, di circa 1.300.000 persone, prevalentemente negli Stati indecisi. Il problema è che una parte di questi nuovi elettori non esiste, perché ai 13.000 lavoratori parti-time del servizio di registrazione Acorn è stato dato un cospicuo incentivo per fabbricare le registrazioni. In tutto il paese gli ufficiali dello stato civile hanno segnalato migliaia di moduli Acorn sospetti.

In Florida si è cercato di registrare “Topolino” con un francobollo con il logo di Acorn applicato sul modulo. La formazione dei Dallas Cowboys ha firmato per votare in Nevada.

Non è facile trasformare le registrazioni disoneste in elettori. Secondo la legge federale i nuovi registrati devono fornire agli ufficiali elettorali la prova della loro identità prima di accedere alla loro prima elezione. A meno che “Topolino” non abbia un documento di identità valido, le probabilità che voti sono pochissime.

I Democratici si lamentano che
l’effetto Acorn e la questione dei falsi elettori possa produrre sospetti sulla validità delle elezioni.
I Repubblicani chiedono che in molti Stati chiave indecisi siano monitorati i seggi.
Se questo accadesse su larga scala, le operazioni di voto potrebbero diventare più una sfida che l’esercizio di un diritto, e questo potrebbe spaventare gli elettori o convincerli che non vale la pena andare a votare.


3. Moduli fatti male
Pochi credevano che una cattiva impaginazione delle schede possa determinare il destino del mondo. Finché un ufficiale elettorale locale in Florida ha creato un modulo che ha confuso gli elettori anziani, indirizzandone migliaia a contrassegnare il nome di Al Gore e di un altro candidato sulla stessa scheda. Questo ha reso nulli abbastanza voti da mandare George Bush alla Casa Bianca.
Otto anni più tardi le elezioni con le schede perforate sono per lo più una cosa del passato, ma le schede poco chiare vivono ancora.


4. Il fiasco delle macchine elettorali
Dopo le questioni avvenute in Florida, il Congresso ha stanziato quasi quattro miliardi di dollari per comprare macchinari tecnologicamente avanzati per gestire le elezioni. In generale i nuovi macchinari erano un miglioramento rispetto alle vecchie schede perforate ma molte parti del paese ora si trovano a rimpiangere i vecchi problemi con il cartaceo.

Circa un terzo degli elettori sbaglia nell’usare le macchine elettroniche, sistemi touchscreen che non lasciano traccia cartacea del voto. Se le macchine sono tarate male può capitare che facciano apparire la sola selezione di un candidato come un voto valido. Ma la preoccupazione più grande, segnalata dagli esperti di informatica, è che le macchine non hanno un sistema indipendente di backup su carta. Un danno alla memoria o un danneggiamento dei dati non lascia traccia per un eventuale riconteggio.

Nelle elezioni al Congresso del 2006 il distretto 13 della Florida ha prodotto uno scenario da incubo.
Il Repubblicano Vern Buchanan vinse la gara con un margine di 369 voti. Ma in una singola contea, di tendenza Democratica, più di 18.000 elettori hanno misteriosamente mancato di registrare il loro voto. Non c’è modo di sapere, se c’è, che cosa non ha funzionato.
Da quell’elezione molti Stati, inclusa la Florida, hanno chiesto registrazioni cartacee di tutti gli strumenti di voto elettronici.
Intanto 11 milioni di persone vivono in paesi che useranno le schede perforate, anche se le indicazioni del Congresso di sostituire queste attrezzature sono state date nel 2006.


5. Distribuzione di risorse impari
Quest’estate un impiegato locale democratico ha notato un sorprendente incremento di nuovi elettori dall’area intorno la Ball State University e ha suggerito di istituire un seggio all’interno del campus. Ma la presidentessa Repubblicana della contea, Kaye Whitehead, si è opposta definendo il piano una “manovra politica” per incoraggiare gli studenti a votare in cambio di hot dogs in omaggio.

Nel 2004 nella Contea di Franklin in Ohio alcuni democratici lamentarono che i Repubblicani stavano usando risorse per influire sul risultato del voto. Mentre le circoscrizioni suburbane avevano abbastanza macchinari e gli elettori non dovevano aspettare per votare, in molte circoscrizioni Democratiche a Columbus di dovevano fare file di 4 o 5 ore, spesso sotto la pioggia.
Le stime hanno suggerito che tra 5.000 e 15.000 elettori, preoccupati dall’attesa, non avevano votato.
Ma la questione su quali circoscrizioni ottengono i macchinari elettronici è un labirinto: nel Wisconsin è richiesta una macchina per ogni 200 elettori registrati nella circoscrizione. In Virginia, invece, la legge richiede una macchina ogni 500 o 750 elettori, dipende dalla grandezza della circoscrizione. In Colorado, dove ci sono state attese di 6 ore per le elezioni del 2006, la legge parla semplicemente di “un numero sufficiente” di cabine elettorali.

6. Nuovi obblighi di prova
Le suore della Sacra Croce di Notre Dame, Indiana, non hanno mai avuto la patente perché non gli è mai servita. Il 6 maggio, quando sono andate a votare per le primarie, sono state mandate via a causa dell’obbligo di esibire un documento per controllare l’identità. Nei mesi successivi le suore più anziane hanno ricevuto un’identificazione governativa.
La legge federale ora richiede che tutti coloro che votano per la prima volta e che si registrano per mail forniscano un documento di identità quando si registrano o quando vanno a votare.
Ma gli stati hanno applicato questa regola in modi diversi.
In Pennsylvania per identificarsi si può usare una licenza di porto d’armi o il conto di un’utenza.
In Georgia e Florida tutti gli elettori devono mostrare un documento di identificazione statale o governativo con la foto.
In Indiana, i residenti che frequentano le scuole statali possono usare i loro documenti di studenti, ma gli studenti delle scuole private no.


7. Regole confuse, cattiva informazione
Man mano che si avvicina il giorno delle elezioni cominciano gli scherzi sporchi.
Vengono lasciati sulle macchine volantini che invitano i Democratici ad andare a votare mercoledì e non martedì. Telefonate anonime avvertono le persone che potrebbero essere arrestate ai seggi o che i loro seggi elettorali sono stati spostati.
L’impatto di queste mosse di solito è piccolo, e in sempre più stati questi scherzi sono puniti dalla legge.

Un tipo più insidioso di disinformazione è cominciato mesi fa. Lo scorso marzo, il presidente del Colorado College a Colorado Springs ha ricevuto una lettera da un impiegato della contea di El Paso, Robert Balink, che lo avvertiva che gli studenti fuori sede non potevano essere registrati per votare se i loro genitori si erano dichiarati dipendenti in un altro stato. Questo era falso. L’ufficiale di stato civile delle elezioni per l’area intorno al Virginia Tech ha mandato altri messaggi ambigui agli studenti, suggerendo in modo indiretto che la posizione fiscale dei loro genitori avrebbe potuto essere compromessa sulla base di vaghe linee guida per le elezioni.

Una e-mail anonima che circola largamente avverte gli elettori che saranno mandati via dai seggi se indossano un distintivo di Barak Obama o una t-shit di John McCain. Questo è vero solo in una minoranza di stati. In Virginia, per esempio, indossare la maglietta del candidato o un distintivo potrebbe comportare l’espulsione dal seggio.

No comment!!!!!


venerdì 31 ottobre 2008

La fortuna di insegnare

Le ultime due settimane sono state piuttosto intense.
Molte giornate in aula, posti diversi, argomenti diversi. Un caleidoscopio di volti, una girandola di slides, fiumi di parole e, per fortuna, anche molte risate.
Quella di "insegnare" oltre a "fare" è un'esperienza singolare: mentre insegni impari, mentre provochi rifletti, mentre spieghi scopri.
E' così tutte le volte. Anche quando penso di no, immancabilmente si aprono finestre su mondi di umanità, occasioni per fermarsi e pensare, per cambiare punto di vista su qualcosa e assumerne un altro.
Ogni lezione è un viaggio nei mille luoghi dell'essere umano, nei mille volti di coloro che hai davanti e di quelli che loro incontrano, per un po' o per sempre.
E ogni volta scopro che, pur apparentemente diversi, gli essere umani si assomigliano nella loro natura più profonda, che la storia di uno è la storia di tutti, che c'è un filo che, seppure invisibile, ci lega a tutti coloro che incontriamo.

giovedì 23 ottobre 2008

Facciamoci due risate

L'ho ricevuto per mail da un amico.
E' un testo di Claudio Batta, comico che si diverte a giocare con le parole, abbinandole a definizioni enigmistiche.
Per me è geniale!!!!

Enigmistica:
1. - 12 verticale: Si schiaccia in poltrona... - ``Chihuahua``.
2. - 5 orizzontale: Il senso sviluppato nei polpastrelli - ``Lu...dito``.
3. - 15 verticale: Si spedisce per ricordo - ``Orecchio``.
4. - 34 orizzontale: Il nome della figlia di Bush - ``Buscetta``.
5. - 23 orizzontale: Vicino a Cuba - ``Libre``.
6. - 11 orizzontale: La ripete il bocciato - ``Bestemmia``.
7. - 6 verticale: L`indimenticabile Totò - ``Riina``.
8. - 30 verticale: Proviene da una buona famiglia - ``Ostaggio``.
9. - 16 orizzontale: Fa coppia con Romeo - ``Alfa``.
10. - 11 orizzontale: Fa coppia con Rick - ``Kione``.
11. - 14 orizzontale: Fra due si sceglie il minore - ``Preventivo``.
12. - 22 verticale: E` obbligatorio sulla moto - ``Impennare``.
13. - 8 orizzontale: Pagamento regolare - ``Pizzo``.
14. - 42 verticale: Il nome greco di Mercurio - ``Cromo``.
15. - 12 orizzontale: Sport che si pratica allungando le braccia - ``Scippo``.
16. - 14 verticale: Si urla al torero - ``Occhio!``.
17. - 18 verticale: Puo` causare esaurimento nervoso - ``Inter``.
18. - 33 orizzontale: Schiarisce col tempo - ``Michael Jackson``.
19. - 5 orizzontale: Si apre in banca - ``Fuoco``.
20. - 2 verticale: Anima le feste - ``Rissa``.
21. - 44 verticale: Stende il bucato - ``Overdose``.
22. - 31 orizzontale: Finisce quando muori - ``Mutuo``.
23. - 23 orizzontale: ``E` famoso quello di troia`` - ``Figlio``.
24. - 17 verticale: Simile a una monovolume - ``Platinette``.
25. - 1 verticale: Accompagna il dolce - ``Gabbana``.
26. - 8 verticale: Si fa dopo un litigio - ``Autopsia``.
27. - 18 orizzontale: Si mette durante il sorpasso - ``Dito medio``.
28. - 5 verticale: Si dice entrando - ``Mani in alto``.
29. - 22 orizzontale: Si alza durante le discussioni - ``Cric``.
30. - 42 orizzontale: Si indossa nelle grandi occasioni - ``Passamontagna``.
31. - 33 verticale: Un fatto straordinario - ``Bob Marley``.
32. - 10 verticale: Picchiato di santa ragione - ``Avvisato``.
33. - 37 orizzontale: Dare e avere - ``Spacciare``.
34. - 20 orizzontale: Nel parco e nei giardini - ``Drogati``.
35. - 41 verticale: Fine del pasto - ``Rutto``.

mercoledì 22 ottobre 2008

Datemi una virgola e cambierò il mondo!

Bellissimo questo video sull'importanza delle virgole.

Aiuta a capire quanto un segno così piccolo, quasi una macchiolina tra le parole, ne può cambiare di molto il significato.

martedì 14 ottobre 2008

Buone notizie per i sopravvissuti


Oggi le Borse sono ripartite. Meno male: non falliamo più.
Ma in questa ultima settimana forse qualcuno ci ha lasciato le coronarie, qualcun altro si è fatto vedere dal cardiologo e qualcun altro ancora ha tracannato flaconi di ansiolitici.

Ho rifatto il giro dei titoli dei giornali di oggi: tutta un'altra musica, tutta un'altra aria.
E per vedere l'effetto che fa ho accostato i titoli apparsi sulle stesse pagine a una settimana di distanza.

Il Corriere della Sera di oggi ha titolato “Balzo record delle borse: + 11%" evocando gioiosi saltelli mentre una settimana fà diceva "Disastro delle Borse, Europa in crisi", l'equivalente economico di una guerra atomica.

Repubblica, per la quale oggi “Volano le Borse, Milano da record”, martedì scorso annunciava "Borse, il giorno della paura". In generale toni più smorzati. Fa riflettere però che quando si ha paura sono TUTTI ad avere paura, quando si vola Milano è da record!

Quelli de La Stampa sono molto fortunati: oggi “Borse, il lunedì della riscossa” contro il "Borse, il lunedì nerissimo" del 7 ottobre. 6 battute di differenza per dire che non siamo più nel baratro. Che l'abbiano fatto apposta a far succedere tutto di lunedì?

Il Messaggero ci dice che “Il piano europeo fa volare le Borse” mentre una settimana fà rendeva anch'esso conto di una catastrofe "Borse shock, il giorno più nero". Oggi il piano europeo ci salva dal disastro causato il 7 ottobre non si sa da chi.

Il Sole 24 Ore è decisamente più prudente: “Borse, il giorno della fiducia” è come dire "oggi l'abbiamo sfangata, domani si vedrà". Il 7 ottobre in modo asciutto e professionale ci annunciava "La caduta più pesante delle Borse". Viene da domandarsi "caduta da dove?".

Al Mattino la fantasia scarseggia: sette giorni, notizie opposte e titoli perfettamente simmetrici “Borse alle stelle, Milano da record” oggi e "Borse nel panico, Europa a picco" il 7 ottobre. Toni da melodramma in entrambi i casi e solo 3 battute di differenza! Questo sì che è ottimizzare!!!!!

La Nazione usa toni decisamente più secchi, e quindi più incisivi: oggi è il giorno de “La riscossa” mentre una settimana fa eravamo in piena "Crisi di panico". Un altro modo di dire "dalle stalle alle stelle". Epopea collettiva contro attacco di fifa.

Libero, invece, non nasconde le sue perplessità. Oggi si è fatto solo “Un passo avanti” mentre il 7 ottobre, inequivocabilmente, "E adesso è panico". Tutto sommato trovo che ci sia più coerenza con la realtà: se sette giorni fà era il disastro oggi si comincia a intravedere la luce, ma niente di più.

Il Giornale forse sta per riconvertirsi in un'impresa di demolizioni: oggi “E adesso giù prezzi e tasse” e una settimana fà "E' l'11 settembre delle Borse europee". Che siano aerei, grattacieli, tasse o prezzi non fa differenza: l'importante è che qualcosa venga giù.

Avvenire lancia messaggi stile "ricordati che devi morire": oggi “Borse da record, durerà?”, dalla serie "non v'illudete". Sette giorni fa annunciava trionfalmente "Borsa, il gioco è finito". Apocalisse allo stato puro: se va male, va male per sempre. Se va bene dura poco.

Il Tempo è prudente e perplesso: oggi “La crisi si può evitare” lascia aperta la possibilità di non finire per strada ma niente di più. Il 7 ottobre, invece, "Borse, è un cataclisma" diceva che per strada ci saremmo finiti di sicuro. Da catastrofe sicura a possibilità di recupero: intanto possiamo ricominciare a respirare.

Di fronte a tutto questo non è difficile immaginare perché, secondo l'indagine ISMED, l'11% degli italiani soffre di depressione e un altro 11% di disturbi di ansia più o meno gravi. E sono solo quelli diagnosticati, il che vuol dire che in realtà sono almeno il doppio. Questo significa che il 44% degli italiani ha il sistema nervoso più o meno sconquassato.
Che c'entrino un po' anche i mass media?

mercoledì 8 ottobre 2008

A proposito di cooperazione interpretativa

La notizia è fresca fresca, giusto di qualche ora fà.
Me l'ha segnalata un amico che mi chiedeva preoccupato se avevo qualche dettaglio in più.
Ho indagato e ho scoperto che a Napoli stamattina si sono sentiti due bei botti.
Per associazione di idee, e forse anche per un po' di coda di paglia, parecchie persone hanno pensato che fosse il Vesuvio.
E invece no.
La Questura ha fatto sapere che i botti li hanno fatti due F16 che hanno superato il muro del suono.
Tra l'esplosione del Vesuvio e la storia degli F16 a fantascienza stiamo messi bene!
Si attendono sviluppi soprattutto dai commenti che gli abitanti della zona stanno lasciando su una sezione del sito di Repubblica il cui titolo è tutto un programma: "E voi l'avete sentito?".

martedì 7 ottobre 2008

State tranquilli, se potete

Prime pagine dei giornali di oggi:

Corriere della Sera "Disastro delle Borse, Europa in crisi"

Repubblica "Borse, il giorno della paura"

La Stampa "Borse, il lunedì nerissimo"

Il Messaggero "Borse shock, il giorno più nero"

Il Sole 24 Ore "La caduta più pesante delle Borse"

Il Mattino "Borse nel panico, Europa a picco"

La Nazione "Crisi di panico"

Libero "E adesso è panico"

Il Giornale "E' l'11 settembre delle Borse europee"

Avvenire "Borsa, il gioco è finito"

Il Tempo "Borse, è un cataclisma"

giovedì 2 ottobre 2008

Allora non sono sola!!!!

Girellando tra i profili dei mie amici su Facebook ho scoperto che esiste un gruppo che si chiama "Lottiamo contro la scomparsa del congiuntivo". Sono andata a vedere.
La presentazione del forum dice:
"dedicato a tutti quelli che soffrono d'orticaria quando sentono bestie parlanti usare l'indicativo e il condizionale al posto del congiuntivo. Non saper usare il congiuntivo non vuol dire essere moderni: vuol dire semplicemente non saper parlare correttamente l'italiano".
Troppo bello per essere vero!
Mi sono iscritta. Ed ho trovato delle chicche veramente esilaranti.
Il prossimo passo è quello di partecipare al forum e chiedere di poterne pubblicare qualcuna.
Ci sarà da divertirsi!

mercoledì 1 ottobre 2008

Parole e numeri... al lotto!


Singolare la notizia apparsa su Repubblica dell'altro ieri:
Il Centro nazionale per l'Informatica nella pubblica amministrazione (Cnipa) cerca un giornalista.
Per questo ha pubblicato un bando, a cui possono partecipare candidati che :
siano iscritti da almeno vent'anni all'ordine dei giornalisti,
frequentino da altrettanti vent'anni la sala stampa del Parlamento,
lavorino da vent'anni in un'agenzia di stampa,
abbiano da dieci anni la tessera di cronista parlamentare,
abbiano consolidato un'esperienza "almeno ventennale" nella "direzione/consulenza/conduzione di relazioni esterne e uffici stampa".

L'articolista di Repubblica ha quindi fatto due conti stabilendo che il profilo del personaggio descritto dal bando è quello di un supereroe pronto per la pensione.
Meno male che non sono stati posti veti alle ali da pipistrello, tuta rossa a quadri neri, calzamaglia totalbody azzurra con S rossa su fondo giallo sul petto: almeno Batman, l'Uomo Ragno e Superman hanno qualche chance!

martedì 30 settembre 2008

Scrittura tecnica


Technical Writing
View SlideShare presentation or Upload your own. (tags: tecnica scrittura)
Ottima questa presentazione di Douglas Blackley sulla scrittura tecnica. E' in ambito poco esplorato, che fa tutta la differenza del mondo soprattutto per quanto riguarda i famigerati, odiatissimi "manuali di istruzioni".
Chi di noi non si è mai trovato davanti a foglietti incomprensibili alzi la mano!

venerdì 26 settembre 2008

Ma la punteggiatura serve ancora?

Leggendo qua e là scopro sempre nuovi usi della punteggiatura: virgole nei posti più impensati, punti esclamativi come se piovesse.
I blog dei ragazzi, di contro, non ce l'hanno: tutto di fila, flusso ininterrotto di coscienza, vocali neanche a parlarne, apostrofi inesistenti, parole il cui significato si riconosce da come "suonano".
Per quel che ne so io la punteggiatura ha ancora la funzione di esprimere le relazioni fra le varie parti del discorso (parole, frasi) e di segnare le pause della lettura.
Punteggiare con logica e misura fa parte strettissima dello scrivere bene, tanto quanto lo scegliere le parole giuste.
Tanto per rendere meglio l'idea, ho tolto la punteggiatura da un testo giornalistico di qualche tempo fà, giusto per vedere l'effetto che fa. Naturalmente ho tolto anche le iniziali maiuscole dopo i punti.
A questo punto la sfida è lanciata: chi se la sente di rimettercela?
Tra qualche giorno pubblicherò la versione corretta, ma se intanto qualcuno si vuole divertire......

VIENNA - Il governo austriaco restituirà ai legittimi eredi cinque tele del pittore Gustav Klimt sottratte durante il nazismo ai proprietari ebrei lo ha annunciato il ministro della cultura Elisabeth Gehrer dopo la decisione di una commissione arbritrale indipendente, che ha accolto la richiesta di restituzione avanzata dall'erede Maria Altmann la donna 89 anni residente a Los Angeles è la nipote della famosa Adele Bloch-Bauer la bella e colta signora ebrea più volte immortalata nelle tele del grande pittore proprio i due ritratti della zia oltre a tre paesaggi erano da sempre reclamati dalla Altmann nonostante il volere della defunta prima di morire nel 1925 la zia aveva infatti disposto che i cinque quadri fossero lasciati in eredità al Museo Belvedere con l'avvento del nazismo però il marito della Bloch-Bauer anch'egli ebreo fu costretto ad abbandonare l'Austria e i nazisti gli espropriarono le preziose opere che nel 1938 furono assegnate d'autorità al Museo Belvedere nessuna donazione dunque ragione sufficiente per far sì che la nipote chiedesse la restituzione delle opere al governo austriaco ho sempre cercato una soluzione consensuale ha dichiarato la signora Altmann ho anche scritto al ministro Gehrer senza ottenere risposta volevo risolvere la cosa in pace ma non è stato possibile ora che i quadri sono finalmente tornati nelle mani della legittima erede Maria Altmann vuole che i ritratti della zia i famosissimi Adele Bloch-Bauer I e II restino in Austria per i tre paesaggi di Klimt invece ha assicurato che farà in modo che vengano acquistati da musei piuttosto che da privati il valore dei cinque quadri si aggira tra i 140 e 200 milioni di euro il museo Belvedere che possiede le più importanti opere dell'artista viennese ha già lanciato un appello alle istituzioni competenti perché reperiscano al più presto i fondi necessari per comprare almeno i due ritratti che fino a ieri facevano parte della collezione del museo

Giusto per non seminare il panico, ricordo che, a rigor di grammatica, abbiamo a disposizione:
la virgola,
il punto e virgola,
i due punti,
il punto fermo,
il punto esclamativo,
il punto interrogativo,
i puntini di sospensione.

Buon divertimento!

sabato 6 settembre 2008

La storia infinita


Neanche a farlo apposta ho appena finito di scrivere di business plan e subito mi si dà l'occasione di vedere come NON si fa.
Del piano industriale dell'Alitalia non riesco a venire a capo.
Prima di mollare mi sono documentata: ho ascoltato i notiziari e letto i giornali.
Non riesco a capire qual è il ragionamento, o almeno come di possa far passare per piano di rilancio la decisione di dismettere settori in attivo ed essere così confusi su tutto il resto.
Come ho detto, e ribadisco, sono i conti che alla fine dimostrano se le idee sono buone o no.
Che ci sia da tagliare i costi non c'è dubbio. Ma dove? E come?
Quanta gente c'è di troppo? 7.000, 4.000 o 3.250 persone?
Quanti aerei di meno? 80 o 40?
Quanti hub? 2 (Roma e Milano) 0 6 (Roma, Milano, Torino, Venezia, Napoli e Catania)?
Quale strategia imprenditoriale? Potenziare i voli a medio e lungo raggio o le tratte di corto e medio raggio?
Di questi aspetti chi si accinge a comprare la compagnia avrebbe già dovuto occuparsi, e magari rompersi il cervello, per capire come far quadrare i conti. Se no come ha fatto a decidere che Alitalia è un buon affare?
E allora perché non si riesce ad avere una certezza, un numero qualsiasi che non cambi in mezza giornata, una linea strategica che non vada da parti opposte un giorno sì e uno no?

venerdì 5 settembre 2008

Scrivere un business plan 4

A questo punto dobbiamo scrivere il famigerato piano di marketing.
Tre paroline facili facili. Complicatissime.

Il piano di marketing contiene:

1. Analisi del mercato e della concorrenza
Lo scenario, macro e micro. La fotografia del settore/comparto economico, gli andamenti economici generali, "l'aria che tira". E poi i dati numerici sul mercato di riferimento, quanti potenziali clienti, dove si trovano, come acquistano, come è più facile parlare con loro.
Con la globalizzazione tutto è diventato più difficile. Le interrelazioni sono tante e tali che ovunque nel mondo succeda qualcosa, quel qualcosa ci riguarda. L'effetto farfalla, insomma. Tanto per renderci la vita un po' più facile.
E poi ci sono i concorrenti, quelli che, a diversi livelli, cercano di conquistare gli stessi clienti che vogliamo anche noi o fornendo prodotti o servizi simili ai nostri o offrendo loro alternative.

2. Definizione del posizionamento strategico
Come ci vogliamo definire, che identità vogliamo dare alla nostra offerta, come possiamo trovare una definizione di noi stessi che faccia breccia nella superbombardata mente dei nostri interlocutori e che ci resti ben piantata.
Un buon posizionamento deve essere:
semplice
chiaro
comprensibile
sintetico
facile da ricordare.
Un bel rompicapo. Qui si perde un bel po' di tempo. Di solito si parte da definizioni a ruota libera e via via si semplifica fino ad arrivare al "nocciolo". Con un vocabolario vicino si fa prima.

3. Definizione e sviluppo del marketing mix
Prodotto
Prezzo
Distribuzione/localizzazione
Promozione/comunicazione
Le famose 4 P, che poi sono diventate 6 (insieme a Power/Potere e Public Relations).
Non credo sia necessario spiegare cosa sono.
Il punto è un altro: in questa fase la parola chiave è COERENZA. Tutti gli elementi devono essere coerenti tra loro e tutti insieme devono esserlo con il posizionamento. Anche qui di solito si parte a ruota libera e poi si fanno le verifiche.

4. Definizione del piano economico
E' la prova del nove. Il terrore degli imprenditori. Serve a verificare, cifre alla mano, se quello che abbiamo progettato sta in piedi o no.
I numeri sono potentissimi dal punto di vista descrittivo, a patto di saperli leggere.
Un conto economico deve contenere solo due numeri con il segno + davanti: la voce "ricavi" (incassi probabili) e la voce "utile dopo le tasse". Tutti gli altri numeri hanno davanti il segno -, e sono quelli che descrivono i costi (quelli fissi, che si sostengono a prescindere, e quelli variabili, che sono legati alla produzione/erogazione).
E non è tutto. I numeri con il segno - davanti sono le spese SICURE, i numeri con il segno + sono i ricavi, e quindi gli utili, che FORSE arriveranno.
Se alla fine il segno è + tutto ok e possiamo tirare un sospirone di sollievo. Se no bisogna inventarsi qualcosa, tornare indietro e modificare le decisioni. Ad una condizione: la coerenza deve essere garantita, ad ogni costo!

mercoledì 3 settembre 2008

Scrivere un business plan 3

Riprendiamo da dove avevamo lasciato.
Stavamo parlando di business plan, cioè di un piano di azioni utili a servire un mercato in modo efficace.
La questione a questo punto è: come si fa ad entrare in relazione con il mercato?

A grandi linee il processo di può riassumere in 5 fasi cruciali.

1. Identificare le esigenze dei clienti
Il che significa ascoltarli, sentire ciò di cui hanno bisogno, raccogliere aspettative e desideri, capire quale tipo di soluzione cercano.
La fase dell'ascolto, oggi evidentemente al centro dell'attenzione, è stata per molto tempo sottovalutata. In genere lo strumento principale sono le ricerche di mercato, più o meno esatte e più o meno accurate. Tuttavia in un momento storico come questo stanno dimostrando il loro limite intrinseco: colgono solo gli aspetti più superficiali, più evidenti. Inoltre fotografano una situazione in un dato momento, mentre oggi i cambiamenti sono veloci.

2. Creare un prodotto/servizio rispondente a tali esigenze
Significa progettare qualcosa che sia veramente utile, che risolva veramente qualcosa, che migliori sul serio la vita, o almeno un suo aspetto pratico.
Recentemente ho letto di un'indagine svolta tra gli utilizzatori di telefoni cellulari: tutti sgomenti di fronte alla crescente complessità degli aggeggi disponibili.
Eppure chi li produce insiste nello sfornare modelli con sempre più funzioni, con sempre maggiori possibilità.
L'utilizzatore "medio" (oddio, che brutta parola!) vorrebbe solo telefonare in santa pace, o al massimo mandare messaggi e foto. E invece tra un po' dal cellulare si potrà programmare il decollo degli shuttle.
La domanda è: per chi sono questi telefoni? Il paradosso finale è che se cerchi un telefono che telefoni e basta non solo vieni guardato con sospetto ma hai pure difficoltà a trovarlo!

3. Renderlo disponibile per i clienti
Distribuzione, localizzazione, reperibilità. Farsi trovare, portare il prodotto più vicino possibile ai clienti.
A patto di giocare pulito.
Recentemente volevo comprare un paio di scarpe da ginnastica arancioni della Nike. Le aveva un amico e le volevo anch'io.
Ho pensato (ahimè!) di andarle a cercare nel negozio Nike. E dove se no? Quando le ho chieste mi hanno guardato come se fossi piovuta da Marte. Mi hanno risposto che non le avevano mai viste e non sapevano di cosa stessi parlando.
Sono uscita perplessa.
Poi sono capitata davanti ad una vetrina di Foot Locker: le mie scarpe erano lì, in bella mostra in vetrina. Non avevo sbagliato: erano Nike. E le ho comprate.
In questa circostanza ho scoperto che Nike distribuisce i suoi prodotti parte nei negozi monomarca e parte in altri negozi.
Il che significa che quello che trovi nei negozi monomarca non lo trovi negli altri e viceversa.
A questo punto mi domando: se vuoi comprare una maglietta come fai a sapere dove la trovi? Lanci la monetina? Vai dalla fattucchiera? Ti prendi le ferie per fare la caccia al tesoro?

4. Comunicare l’esistenza del prodotto/servizio
Alla pubblicità, si sa, ormai non crede più nessuno. O almeno alle iperboliche e sperticate lodi che i pubblicitari continuano a fare di prodotti improbabili spacciati per miracolosi.
La pubblicità, quindi, serve solo a dire "c'è". Per il resto ci sono i forum e le community, che la sanno molto più lunga.

5. Migliorare la performance del prodotto/servizio
Qui il cerchio si chiude. L'ascolto continuo dovrebbe portare a correggere i difetti. Sono ancora troppe le aziende che pensano che l''importante è "aver venduto" e poi chi s'è visto s'è visto.
Il Web 2.0 sta dando filo da torcere a parecchie di loro.
Nei servizi è più facile cambiare e migliorare in corsa. La produzione è più impegnativa, più lenta da modificare e, soprattutto, più costosa.
Ma ormai la strada si è imboccata: se non spendo adesso per migliorare pagherò caro dopo perdendo clienti.

martedì 2 settembre 2008

Spunti dalle Olimpiadi

Ho sempre pensato che lo sport fosse in qualche misura una metafora della vita.
Quest'anno, come sempre, mi sono appassionata a seguire le Olimpiadi, quando ho potuto. E come ogni volta non ho potuto fare a meno di riflettere su ciò che ho visto, trasferirlo nella realtà che vivo. In particolare ho riflettuto sul concetto di competizione, di individuo e di squadra.
Come al solito sono partita dal dizionario:
competere significa gareggiare, misurarsi, stare a confronto, concorrere, ma anche litigare, discutere;
individuo significa singolo organismo vivente considerato distintamente da ogni altro della stessa specie, la persona considerata nella sua singolarità:
squadra significa gruppo organizzato di persone che svolgono una stessa attività o mansione,
gruppo di atleti che partecipano come insieme unitario a una competizione collettiva.

E ho notato una differenza: negli sport individuali ogni atleta deve fare tutto da solo, essere nel pieno della forma, non sbagliare mai, fare ogni mossa alla perfezione. Sapendo che prima poi verrà fuori qualcuno migliore. E' un dato di fatto. Per quanto un atleta possa essere in forma, dare il massimo e vincere oggi, domani ci sarà qualcun altro più giovane, più in forma, più motivato. E vincerà lui. La logica quindi è prestazioni estreme, risultato effimero, stress alle stelle.

Le squadre, invece, hanno una logica completamente diversa. Anche se un giocatore è bravissimo, c’è sempre qualcosa in cui non è molto abile. E tramite il gioco collettivo si riesce a far emergere il meglio di ognuno, sopperendo ai suoi difetti con le doti di un altro. In altre parole a ciascun giocatore non viene chiesto di fare tutto, ma di fare bene quello che sa fare. Combinando queste abilità, che tanto più sono diverse tanto più hanno valore, si arriva insieme al risultato. In questo caso la logica è: far bene il proprio lavoro, collaborare con gli altri, contare sul gruppo come moltiplicatore di potenzialità.

Trasponendo questi concetti alla nostra vita e al modo in cui le imprese affrontano i mercati, è evidente che si praticano esclusivamente sport individuali. Con il risultato di vedere persone che compiono sforzi inauditi, si stressano da morire e, se gli va bene, conseguono risultati che già il giorno dopo possono essere superati da qualcun altro.

Tutto questo gran parlare di comunicazione, di relazioni, di condivisione e di scambio lascia intravedere una prospettiva di cambiamento di mentalità: forse significa che ci stiamo accorgendo che la collaborazione di una squadra è meglio della solitudine di un individuo, che collaborare è più divertente e meno stressante che competere, che in fondo andiamo bene così come siamo e che, insieme ad altri, bravi a far cose per noi difficili, possiamo arrivare molto più lontano.

lunedì 25 agosto 2008

Avventura in mare


Sono tornata alla base. Mai come stavolta contenta di esserci.
Come immaginavo la vacanza in barca è stata molto interessante. Certo, non avrei mai pensato che lo sarebbe stata così tanto, ma come al solito la realtà supera le aspettative.
Man mano che passano i giorni rifletto e scopro nuovi aspetti e nuovi significati di quello che ho vissuto e ogni volta mi sento più fortunata.
A rendere tutto più interessante ci ha pensato il mare.
Ci siamo trovati in una situazione difficile, che ha avuto l'effetto di far emergere in modo ancora più clamoroso ed evidente quello che in barca succede già di default: le maschere cadono in fretta e la vera natura delle persone emerge alla velocità della luce.
36 ore di navigazione con il mare forza 6 e 30 nodi di vento sono decisamente tante. Per me di sicuro troppe: ho retto al mal di mare per 12 ore, poi ha vinto lui e mi ha messa ko.
Circostanze come quella ti fanno vedere chiaro quanto è importante il modo di pensare, il modo di reagire, il modo di "stare" e di intervenire.
Capisci cosa è utile pensare e cosa no, dove è meglio indirizzare le energie, come dosare le forze, come gestire tutti gli aspetti cruciali, che abisso di differenza c'è tra l'arroganza della sfida e l'umiltà dell'essere flessibili.
Siamo felicemente arrivati, alla fine: abbiamo cambiato obiettivo, per fortuna, e ci è andata bene.
Questa esperienza, intensissima, mi è servita a verificare e confermare alcune convinzioni:
1. paga essere flessibili: bisogna saper modificare priorità, atteggiamenti, obiettivi e tempi;
2. qualsiasi difficoltà è temporanea: prima o poi finisce;
3. qualsiasi circostanza può esserci avversa o alleata: siamo noi a scegliere come considerare quello che ci accade e ad agire di conseguenza;
4. è molto più utile pensare a quello che si vuole ottenere piuttosto che a ciò da cui si vuole fuggire o che si vuole evitare;
5. chiunque di noi ha infinite capacità e possibilità: se ci credessimo e le manifestassimo spontaneamente non avremmo bisogno di circostanze estreme per far emergere tutto il nostro potenziale.

mercoledì 6 agosto 2008

Si va in vacanza!

Come molti in questo periodo anch'io sto cercando di riposare dopo le fatiche di un anno di lavoro.
Ne approfitterò per leggere molto, andare al mare, vedere gente simpatica e soprattutto fuggire dal caldo, che a Roma è veramente insopportabile.
Ho scoperto un libro molto interessante: si chiama Il Segreto. Affascinante e molto vero. Un bell'incoraggiamento e una bella iniezione di fiducia e ottimismo!
Sarà uno dei libri che porterò con me in barca, insieme ad altri. Così al ritorno avrò nuovi materiali e nuove idee da condividere.
Auguro a tutti voi che avete la pazienza di leggermi di passare un fantastico mese di agosto.

lunedì 4 agosto 2008

Scrivere un business plan 2

Dovendo scrivere un business plan il primo problema da porsi è quello del formato.
Questione tutt'altro che semplice.
Partiamo dal contenuto: il business plan deve contenere tutte le informazioni sull’impresa,
il mercato, i concorrenti, l'organizzazione e gli aspetti economici e finanziari dell’attività.

Ciascuna di queste voci dovrebbe contenere aspetti che ne descrivano le qualità e ne quantifichino la consistenza ed essere formulata in modo sintetico ma esauriente.

Il documento deve descrivere la realtà in termini quantitativi attribuendo loro significato di tipo qualitativo. In altre parole deve contenere numeri, per definizione oggettivi, e valutazioni su quei numeri, per definizione soggettive.

E qui si comincia a capire che di certezze ce ne sono ben poche. Ma niente paura: tra un po' spariranno del tutto!

Di seguito e nei prossimi post descriverò i passaggi logici necessari per formulare un business plan, integrati da quello che ho imparato in più di dieci anni di docenze, anni passati ad osservare, a cercare di vedere oltre, a cogliere segnali di cui non si trova traccia scritta ma che fanno davvero la differenza.
In questi post troverete le domande che si fanno e quelle che non si fanno ma si dovrebbero fare, gli aspetti che vengono passati al setaccio e quelli di cui neanche ci si accorge.

1° punto: la descrizione dell'idea o dell'attività
Nonostante le apparenze, a molti dei miei allievi, anche a quelli che hanno già avviato le loro attività, risulta difficile descrivere cosa fanno. Se devono raccontarlo nessun problema, se lo devono scrivere panico assoluto.
Il trucco a cui ricorro spesso è quello di farmi raccontare quello che fanno. Quando hanno finito, gli sorrido e gli dico "Bene, adesso lo scrivi esattamente come lo hai detto a me!".
Di solito funziona.

Integrerei la semplice descrizione dell'attività con domande tipo: in che modo cambierai in meglio la vita delle persone? Che contributo stai dando al mondo che ti circonda? A quale istanza stai rispondendo? Quanti sorrisi hai per le persone che verranno da te?


2° punto: cosa serve per realizzarla?
Qui cominciano i dolori: di cosa ho bisogno per realizzare l'idea? Cosa mi serve? Quanto costa?
Di solito il necessario a realizzare un'attività rientra nelle macrocategorie di macchinari, attrezzature, utensili, arredi, computer e software.

Io inserirei anche altre voci, difficilmente quantificabili, ma che so essere cruciali molto più di quelle materiali: quanto ci credi? Quanta passione ci metterai? Quanta parte di te sei disposto a mettere in gioco? Quale ideale stai realizzando? Come reagirai se le cose andassero in modo diverso da come te le aspetti?
Bene: Ora abbiamo capito cosa fare, cosa serve e cosa siamo disposti a fare.
Adesso bisogna capire se interessa a qualcuno, cioè se stiamo costruendo un ponte verso altre persone o una palizzata.

lunedì 28 luglio 2008

Scusate l'assenza!

E' qualche giorno che non scrivo nulla, e mi dispiace.
Il fatto è che sono tutti i giorni in aula al Bic Lazio a fare business plan.
Quindi non sto scrivendo sul blog ma altrove.
E sto scrivendo tanto. Anzi riscrivendo, che è peggio.
Mai come in queste circostanze mi rendo conto di quanto sia difficile rispettare lo stile altrui ed intervenire quel tanto che basta a rendere più chiari i concetti senza stravolgere la struttura e il linguaggio.
E' un'ottima palestra, talmente buona che mi assorbe completamente le energie.
E quando arrivo a casa la sera non riesco più a guardare una pagina scritta, di concentrazione neanche l'ombra, lucidità men che mai.
Quindi sono rimasta indietro. Ma prometto che recupererò.
Sto appuntando un po' di riflessioni che in questi giorni stanno emergendo, considerazioni sui progetti e sulla vita delle persone, su come e quanto le cose possano cambiare nel giro di pochi giorni, o anche di poche ore.
Come sempre quando insegno sto imparando molto. E mi sento fortunata di avere tutte queste occasioni per scoprire sguardi nuovi, modi diversi dal mio, e di dovermi confrontare di continuo con identità diverse, coglierne le intenzioni e tradurle in parole.
Sto raccogliendo materiale, umano e professionale. E non c'è viaggio più interessante di questo!

mercoledì 23 luglio 2008

Imprese e persone

Il commento al post precedente mi sollecita ad esplicitare una riflessione che, sottintesa, c'era già.
E cioè che la difficoltà di oggettivizzare le scelte e le decisioni deriva dal fatto che a doverle fare e prendere sono esseri umani, cioè soggetti diversi, con proprie sensazioni, emozioni, percezioni, valutazioni.
Partendo dal presupposto che a questo mondo non esiste una persona uguale all'altra (e meno male!) ne discende come logica conseguenza che non esistono due persone al mondo che vedano le stesse cose nello stesso modo e nello stesso momento.

Le imprese non esistono: esistono persone che, lavorando insieme, permettono ad una entità astratta e materialmente inesistente di agire, produrre, comportarsi, relazionarsi.

Da questo punto di vista, quindi, i business plan non sono altro che la formalizzazione di decisioni soggettive basate su percezioni soggettive e stabilite secondo criteri soggettivi. Quindi discontinui, mutevoli, passibili di revisione.
L'incertezza assoluta, la relatività all'ennesima potenza.

Il punto è che, invece, si pretende di dare una veste di "oggettività" e di "giustezza a priori" a cose che non possono, invece, che essere soggettive e relative.

Mentre nelle multinazionali o nelle grandi aziende questo aspetto può essere mediato dai "negoziati interni" e dal fatto che di solito sono più persone diverse a lavorare sullo stesso business plan, nelle imprese piccole o individuali, con cui lavoro la maggior parte del tempo, l'attività di business coincide con quella dell'imprenditore.
Questo significa che la stessa persona deve "fare" e, mentre fa, decidere dove andare e come andarci. Ecco perché tutti mi chiedono quale strada è meglio fare, senza rendersi conto che nessuna strada è meglio di un'altra a prescindere, ma che esiste solo una serie di possibilità tra cui scegliere.
Quale strada è meglio possono saperlo solo loro. Perché se è vero che lo scenario è esterno e per molti versi incontrollabile, è altrettanto vero che il "come" starci dentro ognuno lo decide per sé.

martedì 22 luglio 2008

Scrivere un business plan


Il business plan è la Bibbia degli uomini di marketing.
E' l'ABC dell'impresa, il tappeto volante, la mappa del tesoro.
E' il piano d'azione che, stabilito un obiettivo, contiene le indicazioni per arrivarci.
E' fatto a tappe, pieno zeppo di numeri, tabelle, conti per vedere se sta in piedi o no.
Perché la resa dei conti è sempre in agguato: conviene? Funziona?
Un business plan è una visione simultanea e dall'alto di una serie di passi che, una volta a terra, si compiranno uno alla volta, e in tempi differenti.
Ultimamente ho letto una presentazione sulle contraddizioni dell'attività di business planning. E quella che mi ha colpita di più è quella che riguarda la necessità di conciliare intuizione e ragione, slancio e calcolo, speranza e realismo.
In fondo la difficoltà è tutta qui: mettere d'accordo aspetti opposti, cercare una via per la certezza, un modo "sicuro" per arrivare al risultato, la scelta giusta, quella vincente... vincente rispetto a cosa?
Quello che era vero ieri non è più vero oggi, e quello che è vero oggi non lo sarà più domani. E allora come si fa? Si entra nell'ordine di idee giusto: non ci sono certezze, ma probabilità, tutto è possibile e per questo si può cambiare rotta in qualsiasi momento. Anzi a volte si può anche cambiare meta.
Un business plan quindi, non è la Bibbia ma soltanto una serie di scelte fatte in base ad obiettivi fissati e a determinate condizioni di scenario.
Lo scenario cambia velocemente, gli obiettivi possono rimanere gli stessi oppure no, la strada per arrivarci può essere molto diversa da come era stata immaginata.
E' un po' come essere su una barca: la rotta è stabilita, ma poi bisogna vedersela con il mare e con il vento. Assecondarli può significare procedere a zig zag, magari fare tardi, ma prima o poi si arriva!

lunedì 21 luglio 2008

Mi sono presa una vacanza

Confesso: negli ultimi 4 giorni ho a mala pena aperto il computer. Di idee neanche l'ombra.
Un solo chiodo fisso: mare, sole, relax.

Questo scorcio di luglio è molto impegnativo: due aule in contemporanea, 20 business plan da mettere in piedi, altrettante idee che devono diventare imprese. A un certo punto i neuroni si ribellano, si rifiutano di lavorare. E allora tanto vale dargli ascolto e fare altro.

Tre giorni di stop mi hanno dato un po' di ricarica, quella che serve ad arrivare in fondo facendo un buon lavoro.

Visto che non faccio altro che scrivere business plan, da domani trasformerò in post i consigli che sto dando ai miei ragazzi, le dritte utili a preparare uno dei documenti più difficili e decisivi che possono capitare nella vita lavorativa.
Intanto... buona settimana!

mercoledì 16 luglio 2008

Esercizio di scrittura - Revisione 2

Un altro testo della cartella stampa di Valentina.
E' una scheda istituzionale inserita nel materiale per i giornalisti.
Anche su questo testo c'era un po' da lavorare.
Ho scelto di non riscrivere, soprattutto perché so che in ambito professionale questo spesso non è consentito. Il che ci complica non poco la vita.
In ogni caso qualche intervento per migliorare la leggibilità e la comprensibilità si poteva comunque fare. L'impaginazione in questo post potrebbe non risultare perfetta.
Nel mio file word gli elenchi puntati sono perfettamente allineati!

Testo originale 282 parole
Il letto in osso di lamine a foglia d’oro è il reperto più prezioso e significativo restituito dallo scavo della necropoli occidentale di Aquinum (a Castrocielo, nel Lazio in provincia di Frosinone), luogo di sepoltura della città italica foederata di Roma, poi del florido e popoloso municipium, infine della colonia triumvirale.
La necropoli occidentale di Aquinum, sorta all’esterno della porta verso Roma della colonia e in prossimità della via Latina, è stata indagata nei primi mesi dell’anno 2005 nell’ambito dello scavo archeologico condotto come archeologia preventiva nell’area di servizio Casilina Est dell’Autostrada A1 Roma-Napoli, progettato e diretto dalla Soprintendenza e finanziato da Autostrade per l’Italia S.p.A.
Il restauro, lo studio e la ricomposizione del letto funerario, l’esame delle tecniche di lavorazione, il restauro e lo studio dei corredi delle tombe, le analisi antropologiche, l’informatizzazione dei dati sulla necropoli per una gestione strutturata e una immediata consultazione, i filmati che consentono una facile e accattivante fruizione “virtuale” del sito archeologico, sono stati possibili grazie al sostegno di XXX, società per lo sviluppo dell’Arte, della cultura e dello spettacolo S.p.A., costituita ai sensi della legge 16 ottobre 2003 n. 291, che ha quindi consentito il raggiungimento sia dell’obiettivo scientifico della conoscenza a tutto campo della popolazione del centro italico di Aquinum in un arco cronologico compreso tra le guerre annibaliche e la eduzione della colonia triumvirale, sia quello della positiva interrelazione tra beni culturali e infrastrutture strategiche.
Il coinvolgimento della società XXX sottolinea l’importanza dell’intervento in quanto avvio di un più vasto progetto condiviso da Soprintendenza e Autostrade per l’Italia in attuazione del protocollo d’intesa per l’ampliamento dell’area di servizio e la valorizzazione del limitrofo anfiteatro di Aquinum, ricadente nella fascia di competenza autostradale.


1° intervento: semplificazione dei periodi oscuri

Il letto in osso di lamine a foglia d’oro è il reperto più prezioso e significativo restituito dallo scavo della necropoli occidentale di Aquinum (a Castrocielo, nel Lazio in provincia di Frosinone), luogo di sepoltura della città italica foederata di Roma, poi del florido e popoloso municipium, infine della colonia triumvirale.
La necropoli occidentale di Aquinum, sorta all’esterno della porta verso Roma della colonia e in prossimità della via Latina, è stata indagata nei primi mesi dell’anno 2005 nell’ambito dello scavo archeologico condotto come archeologia preventiva nell’area di servizio Casilina Est dell’Autostrada A1 Roma-Napoli, progettato e diretto dalla Soprintendenza e finanziato da Autostrade per l’Italia S.p.A.

* Il restauro,
* lo studio e la ricomposizione del letto funerario,
* l’esame delle tecniche di lavorazione, il restauro e lo studio dei corredi delle tombe,
* le analisi antropologiche,
* l’informatizzazione dei dati sulla necropoli per una gestione strutturata e una immediata consultazione,
* i filmati che consentono una facile e accattivante fruizione “virtuale” del sito archeologico,

sono stati possibili grazie al sostegno di XXX, società per lo sviluppo dell’Arte, della cultura e dello spettacolo S.p.A., costituita ai sensi della legge 16 ottobre 2003 n. 291, che ha quindi consentito di raggiungere:
l’obiettivo scientifico della conoscenza a tutto campo della popolazione del centro italico di Aquinum in un arco cronologico compreso tra le guerre annibaliche e la deduzione della colonia triumvirale,
la verifica della positiva interrelazione tra beni culturali e infrastrutture strategiche.

Il coinvolgimento della società XXX sottolinea l’importanza dell’intervento in quanto avvio di un più vasto progetto condiviso da Soprintendenza e Autostrade per l’Italia in attuazione del protocollo d’intesa per l’ampliamento dell’area di servizio e la valorizzazione del limitrofo anfiteatro di Aquinum, ricadente nella fascia di competenza autostradale.


2° intervento: eliminazione delle ridondanze e ridistribuzione dei concetti in sequenza logica – 241 parole

Il letto in osso di lamine a foglia d’oro è il reperto più prezioso e significativo dello scavo della necropoli occidentale di Aquinum (a Castrocielo, in provincia di Frosinone), luogo di sepoltura della città italica foederata di Roma, poi del florido e popoloso municipium, infine della colonia triumvirale.
La necropoli occidentale di Aquinum, all’esterno della porta verso Roma in prossimità della via Latina, è stata indagata nel 2005 con lo scavo di archeologia preventiva nell’area di servizio Casilina Est dell’Autostrada A1 Roma-Napoli, progettato e diretto dalla Soprintendenza e finanziato da Autostrade per l’Italia S.p.A.

XXX (società per lo sviluppo dell’Arte, della cultura e dello spettacolo S.p.A) ha sostenuto l’iniziativa curando:
* il restauro;
* lo studio e la ricomposizione del letto funerario;
* l’esame delle tecniche di lavorazione, il restauro e lo studio dei corredi delle tombe;
* le analisi antropologiche;
* l’informatizzazione dei dati per una gestione strutturata e una immediata consultazione;
* i filmati che consentono una facile fruizione “virtuale” del sito archeologico.

Ciò ha consentito di raggiungere:
1. l’obiettivo scientifico di conoscere la popolazione del centro italico di Aquinum tra le guerre annibaliche e la deduzione della colonia triumvirale;
2. la verifica della positiva interrelazione tra beni culturali e infrastrutture strategiche.

Il coinvolgimento della società XXX sottolinea l’importanza dell’intervento nell’ambito del più vasto progetto, condiviso da Soprintendenza e Autostrade per l’Italia, in attuazione del protocollo d’intesa per ampliare l’area di servizio e valorizzare il limitrofo anfiteatro di Aquinum.

lunedì 14 luglio 2008

Ho aperto un altro blog!

Siccome uno non bastava, ho deciso di aprire un altro blog.
Si trova qui e conterrà un altro pezzo della mia identità professionale, quella di stratega  e progettista di comunicazione.
Mi è sembrato doveroso e coerente separare le abilità tecniche da quelle strategiche, quelle progettuali da quelle operative. 
Per me, in realtà, i due aspetti sono sempre andati insieme, anche quando nessuno me lo ha chiesto: non sono mai riuscita a fare qualcosa senza prima averla progettata e averle dato un senso.
Mi rendo conto, però, che ciascuna di queste due facce della medaglia contiene così tanti spunti, dettagli e angolazioni che tenerle insieme può creare confusione. E allora ho scelto di tenerle vicine quanto basta per segnalarne l'interdipendenza e separate quanto basta per distinguerle l'una dall'altra. 


venerdì 11 luglio 2008

Parole come immagini


Bellissima questa presentazione sul valore dei testi.
In un'epoca di effetti speciali e di immagini spettacolari, il contenuto sembra perdere significato se non è adeguatamente confezionato.
Ecco un bell'esempio di come il contenuto può diventare immagine e trasmettere tutto il suo significato. Senza bisogno di nient'altro.

mercoledì 9 luglio 2008

Siamo quello che pensiamo


Entusiasmante, oltre che estremamente attuale, questa presentazione sul potere creativo dei pensieri.
Condivido e sottoscrivo il contenuto, e rifletto sul fatto che il richiamo alla responsabilità personale del proprio destino e di quello di ciò che abbiamo intorno stia risuonando sempre più forte.
Il punto di vista contenuto in questa presentazione può apparire inverosimile, o addirittura vagamente velleitario.
Eppure se solo smettiamo di preoccuparci di prendere le distanze da ciò che non ci piace della nostra vita e lo assumiamo come nostra creazione, e se solo cominciamo a pensare a quello che vogliamo piuttosto che a quello che non vogliamo.... bè, allora.... non ci sono limiti a quello che possiamo essere e realizzare!

martedì 8 luglio 2008

Esercizio di scrittura - Revisione

L'altro ieri Valentina, una delle mie allieve, mi ha sottoposto una cartella stampa da cui ha tratto informazioni per scrivere un articolo di 1.200 battute.
Non volendo mi ha fornito una serie di spunti per questo blog, e di questo la ringrazio.
Mettendomi nei suoi panni e avendo visto quello che lei ha sottolineato, reputandolo utile per il fine che aveva, non ho potuto fare a meno di trasalire di fronte a testi così poco fluidi e, quindi, inefficaci.

Di seguito uno dei testi inseriti nella cartella stampa, tratto dal catalogo di una mostra. Ci ho lavorato un po', tanto per vedere l'effetto "prima e dopo la cura".

Testo originale: 259 parole
L’occasione di questo evento mi offre il destro per fare alcune brevi considerazioni che riguardano non solo il tema della mostra, ma anche le finalità stesse di una simile manifestazione e il concetto di valorizzazione e fruizione. Il riconoscimento dell’archeologia come disciplina utile alla collettività – al di là della rilevanza che in linea di principio a essa è data dalla Costituzione ma che poi si è smentita nella prassi dalla quota di bilancio nazionale assegnata a essa come alle altre componenti del patrimonio storico-artistico – è molto legata per noi “specialisti” alla possibilità di comunicare al pubblico il significato del nostro lavoro, l’importanza della ricerca e, soprattutto, della tutela del patrimonio culturale, dalla nostra capacità di divulgazione, ossia di comunicare attraverso le testimonianze del nostro passato, nel modo più vicino al linguaggio del nostro tempo, i diversi aspetti della vita quotidiana delle popolazioni che ci hanno preceduto sul territorio italiano.
Oltre al linguaggio, diviene quindi fondamentale la scelta del tema di una mostra: è necessario infatti che esso possa prevedere i diversi livelli di lettura, che vanno dal semplice apprezzamento del manufatto in quanto opera d’arte all’esame degli aspetti legati alla vita quotidiana, al culto, alla spiritualità, ai legami commerciali e culturali con altre popolazioni, alle vicende storiche legate al periodo rappresentato. Solo in questo modo sarà possibile far sentire l’oggetto antico portatore non solo di una bellezza o di una storia lontana, ma di dinamiche di relazioni articolate e complesse, non diversamente dagli oggetti che ci circondano, e coinvolgere così tutte le variegate tipologie di fruitori, peraltro sempre più esigenti.

1° intervento: asciugare il linguaggio, semplificare i periodi complessi, eliminare le ridondanze.

1° revisione 203 parole
Questo evento mi dà l’occasione per fare alcune considerazioni sul tema e le finalità della mostra e sui concetti di valorizzazione e fruizione.
Il riconoscimento dell’archeologia come disciplina utile alla collettività – in linea di principio data dalla Costituzione ma smentita nella prassi dalla quota di bilancio nazionale assegnata a essa e alle altre componenti del patrimonio storico-artistico – è legata per noi “specialisti” alla possibilità di comunicare al pubblico il significato del nostro lavoro, l’importanza della ricerca e, soprattutto, della tutela del patrimonio culturale. Ciò dipende dalla nostra capacità di comunicare, nel linguaggio del nostro tempo, che le testimonianze del passato illustrano i diversi aspetti della vita quotidiana delle popolazioni che ci hanno preceduto sul territorio italiano.
La scelta del tema di una mostra deve contenere diversi livelli di lettura, dal semplice apprezzamento del manufatto come opera d’arte all’esame degli aspetti legati alla vita quotidiana, al culto, alla spiritualità, ai legami commerciali e culturali con altre popolazioni, alle vicende storiche legate al periodo rappresentato. In questo modo sarà possibile far sentire l’oggetto antico portatore di una bellezza e una storia lontana ma anche di relazioni articolate e complesse, come gli oggetti che ci circondano, e coinvolgere così diversi tipi di fruitori, peraltro sempre più esigenti.


2° intervento di revisione: eliminare i periodi che non aggiungono significato, riformulare/riscrivere i passaggi farraginosi, eliminare altre ridondanze.

2° revisione 155 parole
Questo evento mi dà l’occasione per fare alcune considerazioni sul tema e le finalità della mostra e sui concetti di valorizzazione e fruizione.
Il riconoscimento dell’archeologia come disciplina utile alla collettività per noi “specialisti” vuol dire poter comunicare al pubblico il significato del nostro lavoro, l’importanza della ricerca e della tutela del patrimonio culturale. A noi spetta il compito di illustrare la vita quotidiana delle popolazioni che ci hanno preceduto attraverso le testimonianze del passato proposte nel linguaggio del nostro tempo.
Il tema di una mostra deve contenere diversi livelli di lettura, dall’apprezzamento del manufatto come opera d’arte all’esame degli aspetti legati alla vita quotidiana, al culto, alla spiritualità, ai legami commerciali e culturali con altre popolazioni, alle vicende storiche del periodo. In questo modo l’oggetto antico non sarà portatore solo di una bellezza e una storia lontana ma anche di relazioni articolate e complesse, coinvolgendo così diversi tipi di fruitori, peraltro sempre più esigenti.