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giovedì 19 giugno 2008

La comunicazione è dialogo

Dialogare non è facile. Meglio fare da soli, litigare, obbligare, convincere, obbedire.
Dialogare non è informare, dirigere, ordinare, prevalere, dimostrare.
Dialogare significa essere disposti a cambiare qualcosa di se stessi, fare il primo passo, varcare una distanza, riconoscere la dignità dell’altro.

Il dialogo nasce dall’accettazione, dal riconoscimento della pari dignità delle persone e prevede la rinuncia alle presunte certezze e verità assolute in favore della relazione.

Dialogare non significa necessariamente amare l’altro, o condividerne le ragioni, ma accoglierlo così com’è, ascoltarlo e capire il suo mondo, comprendere il suo punto di vista non filtrandolo attraverso il nostro.

Per parlare con gli altri dobbiamo prima parlare con noi stessi. Dobbiamo ammettere e riconoscere che la nostra educazione, la nostra cultura, tutto il nostro ambiente ci rendono inevitabilmente vittime di pregiudizi e stereotipi. Dobbiamo considerare relativo, e quindi mutevole, qualcosa che siamo abituati a pensare come assoluto. L’ideale è essere così forti da non rimanere attaccati alle nostre opinioni e vincere la paura dell’imprevisto.

E allora saremo capaci di parlare e agire non per prevalere o “dimostrare di avere ragione” ma per riflettere, imparare, condividere un altro pezzo di strada del nostro percorso umano, personale e collettivo.

1 commento:

pieronuzzo ha detto...

Condivido in tutto la definizione di Dialogo fatta da AM Carbone. Occupandomi anche io di dialogo tra persone di convinzioni diverse ( religiose, politiche, sociali ecc.)mi farebbe molto piacere approfondire questo argomento. Ho delle perplessità riguardo la differenza tra dialogo e comunicazione, mi sarebbe utile capire di più. Grazie Pieronuzzo