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giovedì 17 dicembre 2009

Parlare in pubblico senza stress

Ormai mi sono lanciata. Forse perché l'argomento mi sta a cuore.
E' uno di quelli che mi appassionano di più.
In fondo pochi viaggi sono più interessanti di quello che ciascuno di noi, tra mille difficoltà, compie dentro se stesso.

Lo scopo di questo ebook è dare chiavi di interpretazione e tecniche utili a gestire le nostre emozioni piuttosto che lasciare che ci sopraffacciano e alla fine, esausti, decidere di eliminarle.

Tutto quello che troverete in questo ebook è stato sperimentato da me e da Stefano Principato in tutti questi anni. A sentire dai feedback che riceviamo nelle occasioni pubbliche in cui ci capita di trovarci... hanno funzionato!

Si puo scaricare da qui.

giovedì 15 ottobre 2009

Il mio primo Ebook


Ci ho pensato a lungo. Pensato e ripensato. Rivisto, corretto, fatto e rifatto.
E alla fine è stato pronto.
E' il mio primo ebook. Parla dei principi guida della comunicazione, dei "fondamentali" come direbbero gli sportivi.
E' quello che so, che faccio e che insegno da vent'anni.
Si può scaricare da qui.

lunedì 14 settembre 2009

Anche se di sfuggita... l'ha detto!

Sto parlando di Seth Godin. E del post che ha scritto oggi sul suo blog.
Ebbene sì, l'ha detto anche lui: senza la strategia le tattiche non servono a niente.
E non portano da nessuna parte.
Già, perché se non hai una strategia come fai ad andare dove vuoi andare?
Lo so, parlo, anzi scrivo, come Totò.
Forse è perché mi diverte pensare che, dopo tonnellate di scritti su "metti la virgola qui", "sposta il punto là" e "attenzione ai congiuntivi" qualcuno finalmente si è ricordato che tutto ciò è strumentale all'attuazione di una strategia.
Altrimenti, semplicemente, non ha alcun senso. Nessuna ragione di esistere. Non c'è modo di stabilire se è meglio o peggio.
Oggi la comunicazione è istantanea, veloce, rapida. E parrebbe anche tattica.
Ma a ben guardare quella che funziona, che lascia il segno, che fa scuola è figlia di strategie accurate, studiate, pensate, ponderate.
Meno male che l'ha detto anche lui.
Così siamo a posto!

martedì 25 agosto 2009

Se ne sono accorti anche loro!!!!



Pare che all'Università si siano accorti di immatricolare semianalfabeti.
E che per questo abbiano deciso di organizzare corsi di grammatica per le nuove leve.
Il fenomeno non mi è nuovo.
Per questo insegno scrittura nei Master postuniversitari, nelle scuole di specializzazione per professionisti, a tutti quelli che, insomma, per l'Università sono già passati.

Ho tratto qualche brano significativo dall'articolo che ho linkato:
Il problema è venuto alla luce negli ultimi anni perché i test di valutazione delle matricole, fatti prima dell’iscrizione al corso di laurea, generalmente sono pieni di errori. Inoltre nei primi 12 mesi un quinto delle matricole abbandona gli studi, tant’è che la percentuale di laureati da noi è tra le più basse dei paesi Ocse. Da brivido anche la percentuale dei fuori corso: 40,7%.

Tra gli errori più frequenti “un’altro” e “qual’é” che piacciono con l’apostrofo. Incerto l’uso tra “dà” e “da”. Il crollo arriva con “ad hoc”, che diventa “doc” o “d.o.c”. Le doppie e gli accordi di genere e numero sono un disastro, problemi anche nel coniugare i verbi. Confusione anche nel mettere le virgole, spesso a casaccio, separando vocaboli dai loro aggettivi e i verbi dai loro soggetti.

Nei test d’italiano alla Ca’ Foscari di Venezia l’anno scorso è stato bocciato il 44% degli iscritti. Alle domande del test di area logico-linguistica oltre il 25% delle risposte era sbagliato. Alla richiesta di coniugare il verbo cuocere al passato remoto molti hanno scritto: “Io cucinai”. Come ha reagito il prestigioso ateneo veneziano? Organizzando il “Sis”, il “Servizio di italiano scritto”.

Confrontando l’Italia con i Paesi esteri si nota che siamo il fanalino di coda: «Nella fascia di età 25-34 anni abbiamo solo 15 laureati contro i 38 della Francia e i 31 del Regno Unito», lo rileva il Consorzio Almalaurea, formato da 40 università italiane.

Bene. Siamo a posto.
Tra qualche anno potrò tornare a fare la stratega di comunicazione a tempo pieno!

venerdì 5 giugno 2009

La campagna elettorale più brutta della storia

In questi tempi confusi e contorti ero curiosa di sentire qualcosa di vicino, sia pure di poco, alla realtà quotidiana.

Eppure di domande ce ne sono tante, di richieste anche di più. Volendo c'era di che rispondere.

Ci sono in ballo più di 70 seggi al Parlamento Europeo, a qualcuno dovranno pur interessare.

E invece pare proprio che dell'Europa non importi proprio niente a nessuno.
Ora che è virtualmente finita e i giochi sono più o meno fatti lo posso dire con animo sereno: raramente mi è capitato di assistere ad una campagna elettorale così becera, vuota di proposte, senza neanche l'ombra di un'idea.

Certo, anche il più bravo dei comunicatori ha pur sempre bisogno di un appiglio, di un barlume di idea, di una lanterna di senso.
In questo caso nulla, il vuoto assoluto.

E di fronte a tanta pochezza chi fa il mio mestiere non può che arrendersi, frustrato dalla consapevolezza di poter aiutare qualcuno che ha qualcosa da dire ma di non poter riempire di contenuti la testa di persone che sono convinte, chissà perché, che l'impresa sia già realizzata.

sabato 30 maggio 2009

Il mio comunicato

Da qualche tempo sto lavorando al sito di una nuova casa editrice. Hanno avuto un'idea carina, se non altro originale: un torneo di Ping Pong Letterario rigorosamente tra sconosciuti.
Una bella sfida per chi scrive, vorrebbe scrivere o semplicemente vuol far fare un po' di ginnastica ai neuroni.

Ho scritto diversi testi per loro, tra cui il comunicato stampa di lancio. Il format del comunicato stampa è uno tra i miei preferiti, perché è sintetico, esauriente, contiene tutte le informazioni necessarie e qualche annotazione in più. Chi vuole può sempre approfondire più tardi, sempre che abbia i riferimenti per farlo.
Per questo lo pubblico così come l'ho mandato a più di 500 giornalisti.

Al via le selezioni per il primo Torneo di Ping Pong Letterario


Un racconto, due sconosciuti: la sfida comincia.
La scadenza per le selezioni il prossimo 30 ottobre 2009.

L’idea è originale, la sfida avvincente: due sconosciuti, assortiti a caso, dovranno scrivere insieme un racconto sviluppando la trama alternandosi nella stesura dei capitoli. L’obiettivo è dare vita a un racconto originale … a due mani.

Il Torneo “Ping Pong Letterario”, indetto dalla casa editrice GIO.CA e patrocinato dalla Provincia di Roma, è aperto ad autori di qualunque età purché maggiorenni.

Per partecipare alla selezione gli autori devono presentare un elaborato di massimo una cartella scritto in lingua italiana il cui ”incipit” indicato dal regolamento del gioco. I testi dovranno essere inviati all’indirizzo selezione@giocalibri.com entro il prossimo 30 ottobre.

“Il Torneo è basato sul lavoro di coppia” afferma Giorgia Patini, direttore editoriale della GIO.CA “ La vera novità è che le coppie selezionate per scrivere il racconto verranno formate in modo assolutamente casuale e che i componenti non si conosceranno né potranno entrare in contatto tra loro sino alla fine del concorso, pena l’eliminazione”.

“E’ una formula pensata per stimolare la creatività,” prosegue Giorgia Patini “e non solo degli scrittori professionisti, ma anche di tutti coloro che hanno sempre desiderato scrivere, o si sono cimentati con la scrittura. L’alternanza della scrittura dei capitoli tra un autore e l’altro crea attesa e sorpresa ad ogni scambio e stimola l‘inventiva di ciascuno nel trovare risposte adeguate a ciascuna delle direzioni possibili che potrà prendere il racconto”.

“Questo torneo è una sfida rivolta a tutti: a coloro che da sempre desiderano di cimentarsi nella scrittura di un racconto, agli scrittori smaliziati che hanno sempre pianificato le loro storie nei dettagli e infine a chiunque pensi che lo sport della mente possa dare le stesse soddisfazioni di quello fisico”.

Al termine del gioco una Commissione valuterà i racconti. Il racconto giudicato migliore verrà premiato con un riconoscimento e con la pubblicazione.
Il regolamento del Torneo è scaricabile dal sito www.giocalibri.com.

venerdì 22 maggio 2009

Di questi tempi può servire....


Il film è del 1963. Non è poi cambiato granché...

sabato 16 maggio 2009

Non sono scomparsa!

E' molto tempo che non aggiorno il blog.
Ho visto solo oggi un commento con i complimenti di un visitatore che mi diceva che spera che io continui con il mio lavoro.
Ad un certo punto avevo avuto il dubbio di scrivere cose poco interessanti, e invece...
Sto lavorando moltissimo, quando non sono in aula ad insegnare scrivo di tutto e con tempi velicissimi... la dura vita degli strateghi!
E come sempre accade in queste circostanze stanno emergendo moltissimi spunti di riflessione, domande, questioni di ogni genere che chiedono di essere risolte in tempi brevissimi.
In circostanze come queste il metodo è tutto: è quello che ti fa guadagnare tempi, che ti indica la direzione, che ti disincaglia dalle secche in cui prima o poi ogni comunicatore va a finire.
E come al solito per raccontare quello che accade basta solo ragionare in termini di verbi, o meglio di modi dei verbi.
Nella situazione in cui mi trovo io non è possibile "pensare" e poi "fare. Serve saper "fare pensando".
E ho detto tutto.

P.S.: riaprendo il blog ho trovato due commenti da moderare. Uno l'ho pubblicato e l'altro no.
Non l'ho fatto non perché il contenuto fosse critico, ma perché era anonimo.
Giusto per chiarire, a me va benissimo che le persone abbiano opinioni differenti dalla mia. Quello che non mi va altrettanto bene è che chi le esprime ometta di dichiarare la sua identità.
L'anonimato in genere, e in questi casi in particolare, proprio non mi va giù.
Perciò scrivetemi pure tutto quello che volete, ma per favore abbiate la cortesia e il buon gusto di dirmi anche chi siete.
Grazie

martedì 28 aprile 2009

Acrobazie di Ray Ban - Lo spot virale Never Hide

Un divertentissimo spot virale di Ray Ban...
Non si sono mi visti occhiali più intelligenti!!!!!

lunedì 6 aprile 2009

Viral Marketing: cos'è e come funziona

Una buona presentazione per introdurre il concetto di "viralità" nel nuovo modo di fare comunicazione sul web. E siamo solo all'inizio.....

mercoledì 1 aprile 2009

Se prima era solo... adesso sono in tanti!

Matt ha proseguito il suo giro per il mondo. il successo del primo video ha fatto sì che ovunque andasse ha trovato qualcuno che ha ballato con lui. Potenza della rete.....

Chissà se passerà da queste parti....

sabato 28 marzo 2009

Obama Social Media Marketing & Web Communication Strategy

Ieri sono stata al forum della Comunicazione.
Ed ho assistito all'intervento di Andrea Genovese sulle skills di Obama e su come ha saputo utilizzarle nella sua campagna elettorale.
L'ho trovata intelligente ed esaltante: dimostra come consapevolezza, determinazione e competenza facciano la differenza, e quanto saper ascoltare sia diventato più importante che saper informare.
Ci voleva!

mercoledì 25 marzo 2009

Ninja Magic Viral Ad per la Red Bull

Altro che Incredibile Hulk!

lunedì 23 marzo 2009

Geniale!

Non avrei mai pensato che per pubblicizzare le dimensioni ridotte di un telefonino bisognasse tirare torte in faccia agli insetti!

giovedì 19 marzo 2009

Questo qui ha capito tutto!

Va in giro per il mondo, balla, si diverte e lo finanziano pure! Un genio!

mercoledì 18 marzo 2009

I sei principi del viral marketing di Wilson



Il cliente soddisfatto è da sempre il miglior cliente.

E quando è soddisfatto cosa fa? Avverte gli amici!

Il passa parola su web si chiama Viral Marketing, studiato e modellizzato da Ralph F. Wilson, di professione E-Commerce Consultant che ne ha definito i principi in The Six Simple Principles of Viral Marketing.
Dal punto di vista del marketing il termine viral definisce qualsiasi strategia marketing (di vendita) che incoraggia le persone a diffondere e passarsi l'un l'altra messaggi influenzando a loro volta in maniera esponenziale la sua diffusione.
Chi di noi non ha ricevuto da amici e conoscenti video divertenti, che a nostra volta abbiamo diffuso ai nostri amici per farli ridere un po'?
Tutti abbiamo anche sperimentato l'effetto boomerango, che si verifica quando un video che hai messo in giro ti ritorna da qualcun altro. E il cerchio si è chiuso.

Tutto questo quando il passaparola avviene via web altrimenti si parla di word-of-mouth," "creating a buzz," "leveraging the media," "network marketing."

I sei principi di Wilson

E così come in tutte le cose alcune strategie di marketing virale funzionano meglio di altre ma, secondo Wilson, sono sei gli elementi fondamentali del viral marketing.

Una strategia virale di vendita non deve contenere TUTTI questi elementi, ma più ne contiene e più potenti saranno i risultati. Il viral marketing:

1. Offre servizi o prodotti gratuiti
2. E' facile da trasferire ad altri (amici e conoscenti)
3. Deve essere facilmente scalabile (*)
4. Contiene motivazioni e comportamenti comuni
5. Utilizza le reti di comunicazione usate attualmente
6. Approfitta delle risorse degli altri

martedì 17 marzo 2009

Nella crisi i social media crescono

Stamattina mi è arrivata la newsletter di Groundswell. E’ un modo che la Forrester Research ha trovato per definire il fenomeno del web 2.0
Loro lo studiano anche, e giusto oggi hanno pubblicato dei dati interessanti.

Nella ricerca “Il tempo della ricreazione per i social media è finito” di cui parla Josh Bernoff nel suo post di oggi la Forrester analizza l’andamento degli investimenti delle aziende negli strumenti web 2.0 in questo periodo di crisi.

L’argomento è interessante, perché notoriamente in tempi di crisi gli investimenti in comunicazione sono tra i primi ad essere tagliati. Forrester Research ha voluto verificare se la stessa sorte sta toccando anche ai nuovi social media.
E i dati sono decisamente in controtendenza.

Dall’analisi risulta che:

1. più della metà degli investitori in media interattivi stanno aumentando la spesa nelle tecnoligie sociali. Solo il 5% dei piani prevede una diminuzione della spesa.

2. le categorie che crescono più velocemente sono i social network, i blog e gli strumenti di creazione dei contenuti da parte degli utenti.

3. E’ da tenere presente che la base di imprese su cui è stata condotta la ricerca è ancora piccola. Si tratta per lo più di aziende che hanno meno di 250 dipendenti, mentre i tre quarti di loro continua a spendere cifre che si aggirano intorno ai $ 100.000 o anche meno per le tecnologie legate ai social media.


Il post si conclude con alcune raccomandazioni per chi vuole lavorare in questo settore:

Se sei interessato ai social media, usa questi dati per determinare un budget realistico, quindi concentrati sul misurare i risultati per verificarne l’efficacia. Non occupartene a tempo perso, altrimenti il tuo budget è destinato a essere tagliato. Non è più tempo di considerare i social media come una ricreazione.

Se sei un consulente o sei stato licenziato da poco questa è un’area in crescita. Ma è un’area in cui ci sono molti esperti. Per avere successo concentrati sullo sviluppo delle competenze nell’implementazione, gestione, moderazione e misurazione dei risultati degli investimenti nei social media. Questo è ciò di cui le aziende avranno bisogno.

Se sei un venditore di tecnologia, i casi reali saranno di gran lunga più efficaci delle features, delle funzioni e della tecnologia. Se offrirai una vendita consultiva e un servizio di gestione sarai molto più attrattivo nell’acquisire clienti e crescere in questo ambito.

A questo punto non ci resta che darci da fare!

lunedì 2 marzo 2009

E' nato DEDO,il software per social network tutto italiano

Due anni di lavoro, 3.500.000 caratteri di codice puro, 2.500 funzioni e niente da invidiare a Facebook.
Sono questi alcuni dei numeri che descrivono DEDO, il software per social network messo a punto da DFL srl , software house fiorentina, per le aziende che vogliono implementare senza fatica e a costi contenuti le opportunità del web 2.0.
La piattaforma di DEDO contiene social network con pagina di profilo utente personalizzabile, forum, blog, chat, sistema di messaggistica interna, condivisione file audio e video, creazione di gruppi e molto altro ancora.

E’ possibile verificare le funzionalità di DEDO attraverso la demo www.ooopla.com.

A differenza delle altre piattaforme DEDO consente inoltre di mantenere la proprietà e la gestione esclusiva dei dati relativi agli utenti registrati, che per le aziende significa capitalizzare i database e utilizzarli in modo esclusivo.

Le aziende italiane, quindi, da oggi possono contare su uno strumento completo, versatile e facile da usare per consolidare le relazioni con clienti e partner, facilitare la comunicazione in tempo reale e lo scambio di documenti e conoscenze tra sedi localizzate in luoghi diversi, implementare prima e meglio le novità e i suggerimenti provenienti dalle comunità di clienti.

Gli strumenti software collaborativi stanno assumendo un ruolo sempre più importante per la crescita e lo sviluppo delle aziende.
Uno studio recentemente condotto dall’IBM indica che il 98% dei dirigenti pensa che l’innovazione dei sistemi di comunicazione è la loro priorità numero uno e che oltre il 60% delle medie aziende riconosce che gli strumenti di collaborazione sono cruciali per la crescita e il successo del loro business.

Dal punto di vista dell’aumento della competitività, infatti, le tecnologie web 2.0 possono fornire piattaforme utili a intercettare e scambiare in tempo reale informazioni che sfuggono agli strumenti tradizionali (database o altro).

DEDO è stato progettato per essere implementato in modo progressivo, in linea con le strategie di comunicazione e di CRM aziendali, sia dal punto di vista IT sia da quello strategico di marketing e comunicazione.
La versatilità e la componibilità del sistema lo rendono adatto a diversi usi verso l’interno e l’esterno dell’azienda.

martedì 17 febbraio 2009

martedì 10 febbraio 2009

Le parole non sono solo lettere allineate


Vita
• stato di attività naturale di un organismo, il quale può spontaneamente conservarsi, accrescersi e riprodursi;

• condizione propria degli organismi animali e vegetali, dotati delle funzioni attinenti alla loro conservazione, sviluppo e riproduzione, e capaci di stabilire relazioni con l'ambiente e con gli altri organismi;

• insieme delle funzioni che rendono un organismo animale o vegetale capace di conservarsi, svilupparsi, riprodursi e mettersi in rapporto con l'ambiente e con gli altri organismi;

• capacità vitale, salute, vigore.


Morte
• cessazione della vita;

• cessazione del processo vitale in ogni tipo di essere vivente;

• cessazione irreversibile delle funzioni vitali negli organismi viventi.

giovedì 5 febbraio 2009

Gestire la reputazione online


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Non si fa altro che parlare della reputazione e della necessità per le aziende di curarla prima di ogni altra cosa. Facile a dirsi, ma.... come si fa? Questa presentazione, tenuta al Social Media Summit di San Francisco, contiene preziose indicazioni sul perché e come gestire la reputazione online. Difficile ma non impossibile!


mercoledì 28 gennaio 2009

Ho un nuovo sito

E' online da oggi, nuovo di zecca.
L'hanno fatto Leonardo Peggion e Simone Biagini, cioè la DFL srl, per me.
Contiene le informazioni su quello che faccio, che ho fatto e che farò.... da grande!

martedì 27 gennaio 2009

Semplicemente magnifico!

Che lo staff dei comunicatori di Barak Obama fosse in gamba non c'erano dubbi.
Che lui per primo lo fosse fino a questo punto continua a sorprendermi.
Come tanti, anch'io ho un account su Facebook. Tra i tanti gruppi a cui mi è stato proposto di iscrivermi ce n'è appunto uno di fans di Barak Obama. Mi sono iscritta, un po' per convinzione un po' per curiosità.
E qualche giorno fà ho ricevuto un messaggio in cui mi si annunciava che c'era un messaggio per me da parte di Barak: eccolo!
Condivido in toto il contenuto del messaggio. Sono cose che penso e che mi sforzo di fare, combattuta tra la voglia di cambiare il mondo e la consapevolezza di poter agire solo nel piccolo ambito in cui mi trovo. Il fatto che il Presidente degli Stati Uniti d'America dica le stesse cose mi emoziona moltissimo. Se lo dice lui allora vuol dire che un mondo senza guerre, in cui la convivenza delle diversità è una risorsa e che rispettare l'ambiente non è un'utopia si può fare.
E vuol dire anche che gli sforzi che ognuno di noi fa ogni giorno non sono inutili, e che vale la pena di continuare a farli.

mercoledì 21 gennaio 2009

Il discorso di Barak


Ho appena fatto in tempo a scaricare dal sito di Repubblica il testo del discorso di Obama.
Avrei voluto pubblicare solo qualche stralcio e linkare il post al sito, ma mentre lo leggevo l'hanno eliminato!
Allora non mi resta che segnalare un bellissimo articolo di Vittorio Zucconi, che inizia:
"Un uomo che sessanta anni or sono non sarebbe neppure stato servito in un ristorante, oggi presta giuramento per assumere la più alta carica della nazione".

Quanto al discorso di insediamento non ho desistito dal mio proposito: ho eliminato tutte le parti squisitamente politiche e mi sono soffermata su ciò che Obama ha detto agli americani riguardo a loro stessi, alle loro radici e al loro futuro. Il che, a mio avviso, è la base per realizzare tutto il resto.

Avevamo bisogno di sentire queste parole, perché, forse, riguardano un po' anche ciascuno di noi.

OGGI mi trovo di fronte a voi, umile per il compito che ci aspetta, grato per la fiducia che mi avete accordato, cosciente dei sacrifici compiuti dai nostri avi. (...)

(...) In quei momenti, l'America è andata avanti non solo grazie alla bravura o alla capacità visionaria di coloro che ricoprivano gli incarichi più alti, ma grazie al fatto che Noi, il Popolo, siamo rimasti fedeli agli ideali dei nostri antenati e alle nostre carte fondamentali.

Così è stato finora. Così deve essere per questa generazione di americani.

E' ormai ben chiaro che ci troviamo nel mezzo di una crisi. La nostra nazione è in guerra contro una rete di violenza e di odio che arriva lontano. La nostra economia si è fortemente indebolita, conseguenza della grettezza e dell'irresponsabilità di alcuni, ma anche della nostra collettiva incapacità di compiere scelte difficili e preparare la nostra nazione per una nuova era. C'è chi ha perso la casa. Sono stati cancellati posti di lavoro. Imprese sono sparite. Il nostro servizio sanitario è troppo costoso. Le nostre scuole perdono troppi giovani. E ogni giorno porta nuove prove del fatto che il modo in cui usiamo le risorse energetiche rafforza i nostri avversari e minaccia il nostro pianeta.

(...)

Oggi vi dico che le sfide che abbiamo di fronte sono reali. Sono serie e sono numerose. Affrontarle non sarà cosa facile né rapida. Ma America, sappilo: le affronteremo.

Oggi siamo riuniti qui perché abbiamo scelto la speranza rispetto alla paura, l'unità degli intenti rispetto al conflitto e alla discordia.

Oggi siamo qui per proclamare la fine delle recriminazioni meschine e delle false promesse, dei dogmi stanchi, che troppo a lungo hanno strangolato la nostra politica.

(...) E' venuto il momento di riaffermare il nostro spirito tenace, di scegliere la nostra storia migliore, di portare avanti quel dono prezioso, l'idea nobile, passata di generazione in generazione: la promessa divina che tutti siamo uguali, tutti siamo liberi e tutti meritiamo una possibilità di perseguire la felicità in tutta la sua pienezza.

Nel riaffermare la grandezza della nostra nazione, ci rendiamo conto che la grandezza non è mai scontata. Bisogna guadagnarsela. (...)

Sono stati invece coloro che hanno saputo osare, che hanno agito, coloro che hanno creato cose - alcuni celebrati, ma più spesso uomini e donne rimasti oscuri nel loro lavoro, che hanno portato avanti il lungo, accidentato cammino verso la prosperità e la libertà.

Per noi, hanno messo in valigia quel poco che possedevano e hanno attraversato gli oceani in cerca di una nuova vita.

(...) Hanno visto nell'America qualcosa di più grande che una somma delle nostre ambizioni individuali; più grande di tutte le differenze di nascita, censo o fazione.

(...) Le nostre capacità rimangono inalterate. Ma è di certo passato il tempo dell'immobilismo, della protezione di interessi ristretti e del rinvio di decisioni spiacevoli. A partire da oggi, dobbiamo rialzarci, toglierci di dosso la polvere, e ricominciare il lavoro della ricostruzione dell'America.

Perché ovunque volgiamo lo sguardo, c'è lavoro da fare. (...)

Costruiremo le strade e i ponti, le reti elettriche e le linee digitali che alimentano i nostri commerci e ci legano gli uni agli altri. Restituiremo alla scienza il suo giusto posto e maneggeremo le meraviglie della tecnologia in modo da risollevare la qualità dell'assistenza sanitaria e abbassarne i costi.

Imbriglieremo il sole e i venti e il suolo per alimentare le nostre auto e mandare avanti le nostre fabbriche.
E trasformeremo le nostre scuole, i college e le università per venire incontro alle esigenze dei tempi nuovi. Possiamo farcela. E lo faremo.

Ora, ci sono alcuni che contestano le dimensioni delle nostre ambizioni - pensando che il nostro sistema non può tollerare troppi grandi progetti. Costoro hanno corta memoria. Perché dimenticano quel che questo paese ha già fatto. Quel che uomini e donne possono ottenere quando l'immaginazione si unisce alla volontà comune, e la necessità al coraggio.

Quel che i cinici non riescono a capire è che il terreno gli è scivolato sotto i piedi. Gli argomenti politici stantii che ci hanno consumato tanto a lungo non sono più applicabili. La domanda che formuliamo oggi non è se il nostro governo sia troppo grande o troppo piccolo, ma se funzioni o meno - se aiuti le famiglie a trovare un lavoro decentemente pagato, cure accessibili, una pensione degna. (...)

(...) Ma la crisi ci ricorda che senza un occhio rigoroso, il mercato può andare fuori controllo e la nazione non può prosperare a lungo quando il mercato favorisce solo i già ricchi. (...)

(...) sappiate che l'America è amica di ogni nazione e di ogni uomo, donna e bambino che sia alla ricerca di un futuro di pace e dignità, e che noi siamo pronti ad aprire la strada ancora una volta.

Ricordiamoci che le precedenti generazioni hanno sgominato il fascismo e il comunismo non solo con i missili e i carriarmati, ma con alleanze solide e convinzioni tenaci. Hanno capito che il nostro potere da solo non può proteggerci, né ci autorizza a fare come più ci aggrada. Al contrario, sapevano che il nostro potere cresce quanto più lo si usa con prudenza. La nostra sicurezza emana dalla giustezza della nostra causa, dalla forza del nostro esempio, dalle qualità dell'umiltà e del ritegno.

(...)

Perché noi sappiamo che il nostro retaggio "a patchwork" è una forza e non una debolezza. Noi siamo una nazione di cristiani e musulmani, ebrei e induisti e non credenti. Noi siamo formati da ciascun linguaggio e cultura disegnata in ogni angolo di questa Terra; e poiché abbiamo assaggiato l'amaro sapore della Guerra civile e della segregazione razziale e siamo emersi da quell'oscuro capitolo più forti e più uniti, noi non possiamo far altro che credere che i vecchi odi prima o poi passeranno, che le linee tribali saranno presto dissolte, che se il mondo si è rimpicciolito, la nostra comune umanità dovrà riscoprire se stessa; e che l'America deve giocare il suo ruolo nel far entrare il mondo in una nuova era di pace.

(...)
Forse le nostre sfide sono nuove. Gli strumenti con cui le affrontiamo forse sono nuovi. Ma i valori da cui dipende il nostro successo - lavoro duro e onestà, coraggio e fair play, tolleranza e curiosità, lealtà e patriottismo - tutto questo è vecchio. Sono cose vere. Sono state la forza tranquilla del progresso nel corso di tutta la nostra storia. Quel che è necessario ora è un ritorno a queste verità. Quel che ci viene chiesto è una nuova era di responsabilità - il riconoscimento, da parte di ogni americano, che abbiamo un dovere verso noi stessi, la nostra nazione, il mondo, doveri che non dobbiamo accettare mugugnando ma abbracciare con gioia, fermi nella consapevolezza che non c'è nulla di più soddisfacente per lo spirito, così importante per la definizione del carattere, che darsi completamente per una causa difficile.

(...)

America. Di fronte ai nostri pericoli comuni, in questo inverno dei nostri stenti, ricordiamo queste parole senza tempo. Con speranza e virtù, affrontiamo con coraggio le correnti ghiacciate, e sopportiamo quel che le tempeste ci porteranno. Facciamo sì che i figli dei nostri figli dicano che quando siamo stati messi alla prova non abbiamo permesso che questo viaggio finisse, che non abbiamo voltato le spalle e non siamo caduti. E con gli occhi fissi sull'orizzonte e la grazia di Dio su di noi, abbiamo portato avanti il grande dono della libertà e l'abbiamo consegnato intatto alle generazioni future.

giovedì 15 gennaio 2009

Progettare la propria reputazione


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10 argomenti pratici per progettare la propria reputazione online. Un buon modo per cominciare ad affrontare il problema.



venerdì 9 gennaio 2009

L'impresa 2.0


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Cosa vuol dire essere "impresa 2.0"?
A quali certezze dobbiamo rinunciare?
Quali sono i nuovi paradigmi dell'era di Internet?
Come trasformare i rischi in opportunità?
Come possono le imprese saltare sul treno del cambiamento anziché esserne travolte?
Qui si trovano spunti e proposte interessanti!