L'altro ieri Valentina, una delle mie allieve, mi ha sottoposto una cartella stampa da cui ha tratto informazioni per scrivere un articolo di 1.200 battute.
Non volendo mi ha fornito una serie di spunti per questo blog, e di questo la ringrazio.
Mettendomi nei suoi panni e avendo visto quello che lei ha sottolineato, reputandolo utile per il fine che aveva, non ho potuto fare a meno di trasalire di fronte a testi così poco fluidi e, quindi, inefficaci.
Di seguito uno dei testi inseriti nella cartella stampa, tratto dal catalogo di una mostra. Ci ho lavorato un po', tanto per vedere l'effetto "prima e dopo la cura".
Testo originale: 259 parole
L’occasione di questo evento mi offre il destro per fare alcune brevi considerazioni che riguardano non solo il tema della mostra, ma anche le finalità stesse di una simile manifestazione e il concetto di valorizzazione e fruizione. Il riconoscimento dell’archeologia come disciplina utile alla collettività – al di là della rilevanza che in linea di principio a essa è data dalla Costituzione ma che poi si è smentita nella prassi dalla quota di bilancio nazionale assegnata a essa come alle altre componenti del patrimonio storico-artistico – è molto legata per noi “specialisti” alla possibilità di comunicare al pubblico il significato del nostro lavoro, l’importanza della ricerca e, soprattutto, della tutela del patrimonio culturale, dalla nostra capacità di divulgazione, ossia di comunicare attraverso le testimonianze del nostro passato, nel modo più vicino al linguaggio del nostro tempo, i diversi aspetti della vita quotidiana delle popolazioni che ci hanno preceduto sul territorio italiano.
Oltre al linguaggio, diviene quindi fondamentale la scelta del tema di una mostra: è necessario infatti che esso possa prevedere i diversi livelli di lettura, che vanno dal semplice apprezzamento del manufatto in quanto opera d’arte all’esame degli aspetti legati alla vita quotidiana, al culto, alla spiritualità, ai legami commerciali e culturali con altre popolazioni, alle vicende storiche legate al periodo rappresentato. Solo in questo modo sarà possibile far sentire l’oggetto antico portatore non solo di una bellezza o di una storia lontana, ma di dinamiche di relazioni articolate e complesse, non diversamente dagli oggetti che ci circondano, e coinvolgere così tutte le variegate tipologie di fruitori, peraltro sempre più esigenti.
1° intervento: asciugare il linguaggio, semplificare i periodi complessi, eliminare le ridondanze.
1° revisione 203 parole
Questo evento mi dà l’occasione per fare alcune considerazioni sul tema e le finalità della mostra e sui concetti di valorizzazione e fruizione.
Il riconoscimento dell’archeologia come disciplina utile alla collettività – in linea di principio data dalla Costituzione ma smentita nella prassi dalla quota di bilancio nazionale assegnata a essa e alle altre componenti del patrimonio storico-artistico – è legata per noi “specialisti” alla possibilità di comunicare al pubblico il significato del nostro lavoro, l’importanza della ricerca e, soprattutto, della tutela del patrimonio culturale. Ciò dipende dalla nostra capacità di comunicare, nel linguaggio del nostro tempo, che le testimonianze del passato illustrano i diversi aspetti della vita quotidiana delle popolazioni che ci hanno preceduto sul territorio italiano.
La scelta del tema di una mostra deve contenere diversi livelli di lettura, dal semplice apprezzamento del manufatto come opera d’arte all’esame degli aspetti legati alla vita quotidiana, al culto, alla spiritualità, ai legami commerciali e culturali con altre popolazioni, alle vicende storiche legate al periodo rappresentato. In questo modo sarà possibile far sentire l’oggetto antico portatore di una bellezza e una storia lontana ma anche di relazioni articolate e complesse, come gli oggetti che ci circondano, e coinvolgere così diversi tipi di fruitori, peraltro sempre più esigenti.
2° intervento di revisione: eliminare i periodi che non aggiungono significato, riformulare/riscrivere i passaggi farraginosi, eliminare altre ridondanze.
2° revisione 155 parole
Questo evento mi dà l’occasione per fare alcune considerazioni sul tema e le finalità della mostra e sui concetti di valorizzazione e fruizione.
Il riconoscimento dell’archeologia come disciplina utile alla collettività per noi “specialisti” vuol dire poter comunicare al pubblico il significato del nostro lavoro, l’importanza della ricerca e della tutela del patrimonio culturale. A noi spetta il compito di illustrare la vita quotidiana delle popolazioni che ci hanno preceduto attraverso le testimonianze del passato proposte nel linguaggio del nostro tempo.
Il tema di una mostra deve contenere diversi livelli di lettura, dall’apprezzamento del manufatto come opera d’arte all’esame degli aspetti legati alla vita quotidiana, al culto, alla spiritualità, ai legami commerciali e culturali con altre popolazioni, alle vicende storiche del periodo. In questo modo l’oggetto antico non sarà portatore solo di una bellezza e una storia lontana ma anche di relazioni articolate e complesse, coinvolgendo così diversi tipi di fruitori, peraltro sempre più esigenti.
martedì 8 luglio 2008
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